Al via a Modena il ciclo di seminari “Maternità e paternità desiderabili. Pregiudizi e stereotipi da sfatare per migliorare il discorso collettivo sulla natalità” legato al progetto Natalità con l’obiettivo di dare strumenti per diffondere contenuti, informazioni e buone prassi, che aiutino a migliorare il discorso collettivo sulla genitorialità e a produrre un cambiamento culturale, sulla base di dati di fatto: a Modena come nel resto di Italia si fanno sempre meno figli e in base ai dati Istat il tasso di fecondità totale è pari a 1,32 figli per donna.
La rassegna si apre il 18 gennaio 2020 ore 9.30 con l’incontro a ingresso libero “La natalità (non) è una questione pubblica” con Silvia Vegetti Finzi (Comitato nazionale di Bioetica e Osservatorio permanente infanzia e adolescenza) presso la sala della Casa delle Donne (Modena, Strada Vaciglio Nord, 6).
“In una società contraddistinta da un inarrestabile calo delle nascite si pone il compito di promuovere la natalità, non come un dovere, ma come una occasione di ampliare l’orizzonte della vita oltre i confini individuali – afferma Vegetti Finzi – Per le coppie si tratta di riannodare il filo delle generazioni, per le donne di riconoscere che la realizzazione di sé coinvolge anche le potenzialità materne, per i bambini di sentirsi portatori di un progetto di fiducia e di speranza che dona senso e valore alla convivenza e alla comunità”.
Durante la mattinata del 18 gennaio sono previsti i seguenti interventi: “Azioni culturali ed educative per contrastare gli stereotipi su maternità e paternità” con Vittorina Maestroni, presidente Centro documentazione donna di Modena; “Il Comune di Modena e i servizi per le famiglie” con Roberta Pinelli, assessora alle Politiche sociali del Comune; “Dalla conciliazione alla condivisione” con Sonia Ostrica, Osservatorio nazionale sulle politiche di genere UIL; “L’assistenza alla nascita a Modena e in Emilia-Romagna” con Silvana Borsari, direttrice sanitaria AUSL Modena; “Buona prassi: progetto Volontariato accogliente” con Laura Roncagli, associazione Dammi la mano Ferrara.
Con il progetto Natalità si intendono attivare sperimentazioni a sostegno della natalità in linea con i paesi europei più avanzati: politiche strutturali che oltre ai servizi di cura dei bambini valorizzino la maternità, mettano madri e padri nelle condizione di conciliare la cura dei figli con l’attività lavorativa, contrastino i fenomeni di discriminazione delle lavoratrici madri. In particolare, il progetto intende promuovere un cambiamento di visione capace di determinare la condivisione dei carichi di cura tra donne e uomini, migliorare le pratiche di welfare pubblico e privato e le politiche a favore della natalità, genitorialità e conciliazione.
«Se un intero paese non fa figli e non cresce le cause sono profonde e non banali, come profonde e non banali devono essere le azioni da mettere in atto per passare dalla denatalità alla natalità – dice il coordinatore e ideatore del progetto Giuseppe Masellis del Centro Servizi Volontariato – Si tratta di un progetto ambizioso che coinvolge e mette in discussione l’intera politica, il ruolo del mondo del lavoro, la scuola, la famiglia, l’uso delle risorse economiche e sociali, l’associazionismo, le norme vigenti».
«Affrontare il tema della natalità implica anche una riflessione sugli stereotipi ancora esistenti sulla maternità e il ruolo delle donne, non solo dal punto di vista delle scelte lavorative, ma anche di quelle personali e di coppia. Si fatica ancora a praticare un’equa condivisione del lavoro di cura, e spesso le cause sono da ricercarsi nei modelli culturali esistenti» dice Vittorina Maestroni, presidente Centro documentazione donna di Modena.
Il progetto è promosso dal Centro Servizi Volontariato modenese in collaborazione con Centro documentazione donna, Dipartimento di Economia Marco Biagi e Fondazione Marco Biagi, Provincia e Comune di Modena, Buona Nascita, Azienda USL, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena e Azienda Ospedaliera di Sassuolo e sostenuto dalla Fondazione di Modena.
Per maggiori informazioni e consultare il programma del ciclo di incontri che andrà avanti fino a maggio 2020: www.volontariamo.it