Una corona d’alloro con un nastro gialloblù e la scritta “Il Comune di Modena nel 70° anniversario” è l’omaggio della città che il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha deposto ai piedi del cippo che ricorda l’eccidio delle Fonderie Riunite e si trova nell’area dell’ex stabilimento in zona Crocetta. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il presidente della Provincia Giandomenico Tomei.
L’iniziativa è stata organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per ricordare i sei operai che persero la vita sotto il fuoco della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del lavoro nel 1950 contro i licenziamenti decisi dalla direzione aziendale, I sei operai erano Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti, mentre altre 200 persone rimasero ferite.
Il sindaco Muzzarelli ha sottolineato il valore della memoria per chi è stato vittima della violenza nel momento in cui rivendicava il diritto al lavoro e a essere considerato un valore per l’impresa e per la comunità. E ha fatto riferimento al progetto, per il quale è in corso la procedura di gara, che prevede la riqualificazione della palazzina delle ex Fonderie per trasformarla, non a caso, nella sede dell’Istituto storico, come primo stralcio di un intervento che prevede anche il recupero dell’altra area dell’azienda che ospiterà il Distretto per l’Accelerazione e lo Sviluppo della Tecnologia (Dast).
Il sindaco, inoltre, ha ricevuto un messaggio dalla presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo nel quale, auspicando che le tante iniziative promosse per ricordare quel drammatico evento “costituiscano uno strumento di memoria attiva, in particolare per le nuove generazioni,”, invita a “vigilare sempre sulla salute dei diritti sociali, sul loro pieno e imprescindibile sviluppo”. Per la presidente dell’Associazione dei partigiani, infatti, non deve mai essere abbassato lo sguardo di fronte alle ingiustizie, ci si senta tutti partecipi del destino degli altri e dell’impegno a ricostruire una società più libera e umana: è questo il patrimonio di valori contenuto nella nostra Costituzione, è questo il prezioso lascito morale e civile delle partigiane e dei partigiani”.