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Mi ritorna in mente (sei), domenica all’Astoria di Fiorano presentazione della strenna natalizia

Domenica 22 dicembre 2019, alle ore 11, al Teatro Astoria, si ripete la tradizione della strenna di Natale realizzata dal Comune di Fiorano Modenese, con Lapam Confartigianato, Club Amici di Fiorano, Gefi, Fattore P, Sign Italy. E’ la sesta edizione di ‘Mi ritorna in mente’, stampata da Artestampa Fioranese, nel quale continua il viaggio di Luigi Giuliani lungo le strade del comune, alla riscoperta dei suoi abitanti di un tempo. Quest’anno, con un lavoro certosino e paziente, ha intervistato e raccolto i ricordi delle famiglie che hanno abitato in Via Ruvinello e in Via del Castello, concludendo con un ricordo del Conte Raffaele Pignatti Morano. Ci sono nella strenna anche due racconti di Natale Amici, raccolti e trascritti da Luciano Callegari sul primo campo sportivo di Fiorano e sulla Casa del Fascio, il tutto impaginato e confezionato da Silvia Pini.

Alla presentazione, condotta dal giornalista Alberto Venturi, intervengono il sindaco Francesco Tosi, l’assessore alle politiche culturali Morena Silingardi, Luigi Giuliani e Luciano Callegari, Ercole Leonardi presidente Lapam Confartigianato di Fiorano e l’imprenditore Paride Pini.

Saliranno sul palco per ricevere un riconoscimento alla loro pluridecennale attività, quattro associazioni: il Club Amici di Fiorano che si riunisce dagli anni Sessanta, il Gruppo Sportivo Pedalpino che ha compiuto 50 anni, il Circolo Nuraghe che ne compie 40 nel 2020 e l’Associazione Arte e Cultura che ha festeggiato con una mostra collettiva i suoi primi vent’anni di attività.

Un momento speciale sarà dedicato anche ad gruppo di ragazzi del Babele che hanno qualcosa da raccontare alla loro comunità.

“Via Ruvinello e Via del Castello – racconta Luigi Giuliani –  mi hanno suscitato una grande curiosità che alla fine mi ha coinvolto, con tanti episodi dove gli attori erano tutti protagonisti di un film in bianco e nero: vicende di vita vissuta che ci appartengono e riguardano tutta la collettività visto che la maggior parte delle famiglie che vivevano in queste due strade erano contadine. Tante le immagini, sempre in bianco e nero; raccontano una vita vissuta e l’evoluzione della famiglia agreste dal lavoro nei campi all’occupazione industriale. Una trasformazione dei contadini che sono diventati operai e, non di rado, imprenditori. Il progresso della scienza e della tecnologia ha cancellato cose, concezioni e modi di vita, parole, mestieri, modi di lavorare. E’ scomparsa la civiltà contadina in Via Ruvinello e Via Castello che in tanti hanno vissuto e che, con queste loro storie, intendono ricordare alle nuove generazioni”.
















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