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Grande cordoglio per la scomparsa di don Eligio Silvestri

E’ deceduto don Eligio Silvestri, missionario in Brasile e per quasi vent’anni sacerdote a Fiorano Modenese, a lui si devono tante opere realizzate dalla parrocchia, dall’oratorio al cinema Primavera; conosciuto e amato da tantissimi fioranesi, oltre che cittadino onorario del Comune.

Nelle parole del sindaco Francesco Tosi il cordoglio e l’affetto di tutta la comunità fioranese: “L’età e le condizioni di salute di don Eligio ci impediscono di portare stupore alla notizia della sua morte, eppure il mio animo è stato sinceramente scosso nell’apprenderla ed ho provato quell’insieme di sentimenti forti che si provano poche volte, soltanto davanti a persone autentiche che vorresti non ci lasciassero mai.

Al di là del mio legame personale con lui, devo dire che Don Eligio è nella memoria e nell’affetto di tanti Fioranesi con una particolare intensità, indipendentemente dall’essere praticanti o no. E con noi quante persone in Brasile oggi lo piangono.

Don Eligio è un esempio singolare di quanto la dote di una spiccata umanità sia caratteristica fondamentale per un sacerdote, capace di farlo sentire davvero amico, fratello e padre di tutti, di ciascuno e ovunque.

Ho fatto visita a don Eligio l’ultima volta due settimane fa, in occasione del suo compleanno – conclude il Sindaco – e abbiamo parlato anche della possibilità di venire a trascorrere il suo ultimo periodo presso la Casa di Riposo Coccapani ed era evidente il suo forte affetto per Fiorano”.

Il funerale verrà celebrato nella chiesa parrocchiale di Fiorano lunedì 11 novembre alle ore 9.30. Stasera, sabato 9 e domenica 10 novembre verrà recitato il Rosario in suffragio alle ore 20.00 nel Santuario della Beata Vergine del Castello.

Don Eligio Silvestri era nato a Castelfranco Emilia il 23 ottobre 1921 ed era stato ordinato sacerdote il 31 marzo 1945. Nominato arciprete della parrocchia di Fiorano il 15 settembre 1979 e vi era rimasto fino al 1997. Aveva iniziato il suo ministero come cappellano a Rivara, a San Felice; poi, come parroco, ad Albareto e nella modenese parrocchia di San Lazzaro, prima di ottenere dall’arcivescovo l’agognato permesso di andare missionario in Brasile, nella diocesi consorella di Goyàs.

Costretto a tornare in Italia per essere vicino ai genitori anziani, è stato economo spirituale a Spezzano, Montecreto e Rocca Santa Maria.

Nel giugno 2012 gli era stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Fiorano Modenese, dall’allora sindaco Claudio Pistoni.

“A Fiorano – è scritto nella delibera di conferimento approvata dal Consiglio Comunale – don Eligio contribuisce in modo determinante a dare nuovo impulso alla devozione per la Beata Vergine del Castello: con il sostegno della comunità parrocchiale, di privati e dell’amministrazione comunale consolida il colle, restaura l’interno e l’immagine miracolosa, organizza mostre, valorizza il patrimonio archivistico e la quadreria, riesce a fare inserire Fiorano fra le tappe della visita di Giovanni Paolo II a Modena e ad ottenere poi il titolo di basilica minore, aiutato da don Rino Annovi, il sacerdote fioranese recentemente scomparso. Altrettanto vigore pone per le opere parrocchiali; finanzia il restauro dei dipinti e realizza il riscaldamento sotto il pavimento della chiesa di San Giovanni Battista; acquisisce attraverso donazioni i beni immobili che diventeranno centro parrocchiale e l’oratorio San Filippo Neri; ricostruisce il Cinema Primavera distrutto da un incendio; interviene sulle strutture del Coccapani, sia la scuola materna che la casa per gli anziani. Nel 1997 può tornare in Brasile, là dove ha lasciato il suo cuore e dove non l’hanno dimenticato. Ma stavolta anche i Fioranesi lo accompagnano e sostengono la sua missione svolta insieme a Don Maurizio Setti. L’amministrazione comunale stringe rapporti di amicizia con Itaberai e si impegna a contribuire a opere di utilità sociale; periodicamente, quando don Eligio ritorna in Italia, viene accolto e ascoltato in Consiglio Comunale”.

E dalle sue parole in quella occasione emerge il don Eligio stimato dai fioranesi: “Grazie a tutti per quello che avete scritto e detto di me, ma avete perso l’ottavo comandamento e detto una bugia. Ma chi sono io? Un contadino; non ho numeri, titoli, capacità straordinarie. Ho cercato di fare quello che mi detta la coscienza come sacerdote e come cittadino, sono una persona che si interessa del bene comune. Come voi, l’ho potuto costatare; avete fatto, state facendo e farete il vene dei fratelli. Ho cercato di stare con i più bisognosi e quelli che più possono, facendo quelle opere con una funzione sociale. Voglio ridere con chi ride e piangere con chi piange; servire prima di essere servito”.

















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