Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi è intervenuto questa mattina alle celebrazioni per la ‘Giornata dell’unità nazionale e delle Forze armate’ che si sono svolte in piazza della Vittoria.
“Quest’oggi celebriamo la Festa dell’Unità nazionale e la Giornata delle Forze Armate – ha detto il sindaco Luca Vecchi – e quel percorso storico che con il Risorgimento e la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra mondiale ha portato definitivamente al conseguimento del processo di unità del paese. Celebriamo, in particolare, il lavoro, il coraggio, l’abnegazione, lo spirito solidale e l’umanità dei tanti militari italiani che, da generazioni, sono impegnati nelle comunità, nel Paese, nelle missioni internazionali e sono portatori di sicurezza, legalità e costruttori di pace, di democrazia e di libertà.
È doveroso in una giornata come questa ricordare con la giusta consapevolezza il valore del lavoro di chi ogni giorno opera nei corpi militari e nelle forze di polizia del nostro paese. Quel lavoro, che oltre al valore di un’alta professionalità, ha in sé un principio imprescindibile ma non per questo da darsi per scontato, vale a dire la consapevolezza del rischio e del sacrificio, specie quando il fine ultimo è la difesa dello stato di diritto. Un giorno come questo deve indurci ad un pensiero ulteriore non solo verso i militari ma anche verso i loro familiari, i loro figli, cioè tutti coloro che insieme, nel privato, condividono il peso della scelta di un percorso e di un progetto di vite come questo. Credo sia giusto non dimenticare che, anche nel 2019, sono stati diversi i militari e gli appartenenti alle forze di polizia caduti nell’esercizio del loro servizio: voglio ricordare i carabinieri Vincenzo De Gennaro, Emanuele Anzini e Mario Cerciello Rega e i due poliziotti di Trieste Pierluigi Rotta e Matteo De Menego.
La giornata odierna è anche un momento fondamentale per riflettere sul valore dell’Unità Nazionale, sulle fatiche e sui sacrifici che un popolo ha attraversato per raggiungere l’unità della nazione, nelle libertà, nella democrazia.
L’unità nella diversità, la diversità come fattore di unità: è stato questo il grande principio costituzionale che ha reso possibile il percorso verso l’unità e che ha permesso di costruire inclusione e di affermare il pluralismo della cultura, delle religioni, delle posizioni politiche. Il dialogo e la contaminazione con l’altro.
Questo non dobbiamo dimenticarlo, specie nel momento in cui la cultura dell’odio, che diventa discriminazione e talvolta xenofobia, tende a cercare un varco nei principi democratici costituzionali. Questo non è un problema che riguarda solo i cori nelle curve dello stadio, ma può essere talvolta l’indifferenza di certi ambiti istituzionali e parlamentari. Non dobbiamo dimenticarci del senso profondo di una lunga storia intorno alla quale è nata l’Italia e che al di là delle tante diversità siamo un unico popolo. Siamo Italiani. Viva l’Italia, viva la Repubblica”.