Un’emergenza ambientale ed economica che sta mettendo in ginocchio lavoratori e produttori dell’ortofrutta. È la cimice asiatica, l’insetto che nel Nord Italia quest’anno ha già provocato 350 milioni di danni solo per quanto riguarda pere, pesche e nettarine, e che la Regione Emilia-Romagna sta combattendo con misure straordinarie. A partire da un primo stanziamento di 250 mila euro per le aziende colpite per e poi attraverso un impegno serrato per l’approvazione di piani straordinari nazionali ed europei a salvaguardia degli agricoltori e del loro lavoro.
E ora, con l’inizio della stagione autunnale, la cimice cerca riparo nelle case creando fastidi a causa del cattivo odore che emana e perché, a differenza delle altre cimici, quella asiatica emette un ferormone di aggregazione che ne richiama altre, arrivando a creare gruppi di 50/100 esemplari.
Un disagio non indifferente, anche se, è bene chiarirlo subito, la cimice asiatica non punge e non è pericolosa per l’uomo e gli animali di casa.
Ma come si comporta, dove andrà dopo aver trovato rifugio nelle nostre case, e soprattutto cosa occorre fare per liberarsene?
A queste ed altre domande risponde Massimo Bariselli del Servizio fitosanitario regionale che, in un video realizzato dall’Agenzia informazione e comunicazione della Giunta della Regione Emilia-Romagna, spiega quali accorgimenti adottare per difendersi dall’insetto e cosa c’è da sapere sulla sua diffusione e sulla ricerca dell’antagonista per contenerne gli effetti dannosi per le nostre colture.
Il video è a disposizione dei cittadini sul sito della Regione (www.regione.emilia-romagna.it) e sui social https://www.facebook.com/RegioneEmiliaRomagna https://twitter.com/RegioneER e YouTube https://www.youtube.com/videoermes