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Un altro caso di stalking risolto dalla Polizia di Stato di Modena

Personale della Squadra Mobile ha eseguito ieri la misura cautelare del “divieto di avvicinamento alla persona offesa”, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena il 18 settembre scorso a carico di un italiano di 30 anni, indagato per i reati di atti persecutori, sequestro di persona e violenza privata nei confronti della ex fidanzata.

È un altro caso di stalking da inizio anno, trattato dalla Sezione della Squadra Mobile specializzata nei reati contro la persona e conclusosi con l’emissione di una misura cautelare in attesa degli sviluppi processuali.

Il 30enne, nel corso della relazione durata circa tre anni e anche successivamente alla fine del legame sentimentale, ha posto in essere reiterate condotte assillanti ed invasive nei confronti della donna, realizzate mediante telefonate, appostamenti, pedinamenti, incontri indesiderati, ovvero una serie di azioni persecutorie dirette ed indirette tali da incutere uno stato di soggezione nella vittima e da provocarle un disagio fisico e psichico, nonché un inevitabile grave stato di ansia e timore per la propria incolumità.

L’uomo, durante la relazione affettiva, in occasione di un litigio era addirittura arrivato a segregarla all’interno della camera da letto, chiudendo a chiave la porta e bloccando la tapparella dall’esterno, motivo per cui è stato accusato di sequestro di persona. In altre occasioni l’aveva aggredita non solo verbalmente, ma anche sferrandole schiaffi al volto, tirandole i capelli e afferrandola con forza per poi lasciarle lividi sul corpo.

La donna sfinita dalle continue vessazioni ed impaurita dall’atteggiamento del ex fidanzato, che l’aveva anche minacciata di morte, si è rivolta alla Polizia di Stato.

Gli investigatori, grazie ad una minuziosa attività di indagine, hanno raccolto una serie di fonti di prova che hanno permesso alla Procura della Repubblica di Modena, nella persona del dott. Amara, di richiedere in via d’urgenza al G.I.P. l’emissione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, quantificato in 200 metri, a cui si aggiunge il divieto di comunicare con la vittima attraverso qualsiasi mezzo.

















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