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Un nuovo modello di cura per le persone con demenza. L’AUSL di Modena tra i protagonisti di un progetto europeo

C’è anche l’Azienda USL di Modena tra i centri di ricerca che contribuiscono a realizzare il progetto europeo sulla demenza denominato “RECage” (www.recageproject.eu). Finanziato dall’European Framework Programme “Horizon 2020” con il coinvolgimento di 7 Paesi europei, l’importante studio ha l’obiettivo di valutare l’efficacia e la qualità di vita del modello SCU-B (Unità Speciale per i Disturbi Comportamentali delle persone con demenza), ovvero una modalità d’intervento rivolta alla persona con demenza e ai loro familiari e caregiver, fornita in unità di cure speciali. Per conto dell’Azienda USL il responsabile scientifico è Andrea Fabbo, geriatra, Direttore dell’Unità operativa complessa Disturbi Cognitivi e Demenze.

“RECage” è uno dei temi al centro del convegno “Modena per l’Alzheimer 2019 – Le demenze: oltre lo stigma e i luoghi comuni”, organizzato dall’AUSL in collaborazione con l’Associazione “GP Vecchi”, che si terrà venerdì 20 settembre al Teatro San Carlo di Modena.

Il progetto internazionale coinvolge 11 centri specializzati nella cura delle persone con demenza in 7 paesi europei: 5 centri, fra cui quello dell’Azienda USL di Modena, sono in grado di ricoverare per breve tempo pazienti nelle unità speciali in periodi di crisi comportamentali, mentre gli altri 6 centri effettueranno solo controlli ambulatoriali. L’obiettivo è quello di verificare l’efficacia a breve e a lungo termine della SCU-B e al tempo stesso di determinarne il rapporto costo-efficacia.

L’AUSL di Modena partecipa sia attraverso la rete dei Centri Disturbi Cognitivi e Demenze sia attraverso l’Unità Speciale per i disturbi comportamentali, che per il nostro territorio coincide con il Nucleo Ospedaliero Demenze ad Alta Intensità Assistenziale (NODAIA) posto all’interno di Villa Igea. L’unità speciale per i disturbi comportamentali (SCU-B) è una struttura ospedaliera dove i pazienti sono temporaneamente ammessi quando i loro disturbi comportamentali non possono essere gestiti a casa. La missione dei centri SCU-B è quello di migliorare il comportamento della persona e l’obiettivo è consentire, quando possibile, il suo ritorno a casa. Il loro approccio terapeutico comprende un cauto trattamento farmacologico e terapie non farmacologiche. Alcune SCU-B sono state già implementate in paesi europei come la Francia e la Germania, ma la loro efficacia non è ancora validata e, pertanto, non sono diffuse in tutti i Paesi.

Nella nostra provincia sono i diversi Centri dei Disturbi Cognitivi e Demenze della rete provinciale di assistenza a individuare e selezionare le persone con demenza che rispondono ai criteri di inclusione definiti nel protocollo di ricerca. “Allo stato attuale, in provincia di Modena sono state arruolate 93 persone con demenza, assieme ai loro rispettivi familiari/caregiver – chiarisce Fabbo –: saranno seguite nei prossimi 30 mesi, per verificare l’efficacia degli interventi assistenziali a loro indirizzati e per valutare la loro qualità di vita. Al termine dell’analisi dei dati, i risultati saranno resi pubblici ai diversi stakeholder mediante pubblicazioni scientifiche, congressi e seminari. Il termine del progetto è previsto per il 2022.

La partecipazione a questo progetto da parte della nostra Azienda – conclude Fabbo – ci pone all’avanguardia a livello europeo nell’ambito dei modelli innovativi di assistenza per la demenza. Questa ricerca infatti contribuirà a chiarire non solo l’efficacia clinica, a breve e a lungo termine, della SCU-B nel sistema delle cure intermedie ma anche a valutare la qualità della vita dei pazienti e dei loro caregiver, migliorare le cure nell’ambito della demenza (limitando per esempio l’uso degli psicofarmaci) e a valutare il cambiamento di atteggiamento dei caregiver verso la demenza”.
















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