«Il comparto ortofrutticolo dell’Emilia-Romagna sta perdendo i suoi pezzi migliori, non è accettabile». Questo il succo della manifestazione di oggi davanti alle prefetture della
regione, che ha visto una partecipazione massiccia di agricoltori e trattori mobilitati nelle varie piazze, da Ferrara a Bologna, Modena, fino a Ravenna e Forlì-Cesena.
«Il grido di protesta – dice chiaro Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, dalle fila del corteo ferrarese partito da piazzale Kennedy – è solo l’epilogo di un’annata in cui tutto è andato storto, l’ultimo atto corale per denunciare l’entità della crisi
ortofrutticola regionale che ha coinvolto più di 20 mila aziende, seppur con sostanziali differenze da zona a zona, e con esse l’aggregato agroindustriale, peraltro trascinandosi dietro forti ricadute sull’occupazione e sul sociale. Il danno da cimice è stimato in circa 200
milioni di euro, su una PLV ortofrutticola di 1.151 miliardi di euro pari al 25% della PLV agricola dell’Emilia-Romagna (4.800 M€). Poi la crisi dei prezzi – spiega la presidente regionale degli imprenditori agricoli che negli ultimi mesi non ha mai smesso di lanciare ‘Sos’ con richiesta di interventi urgenti – ha fatto il resto, riducendo all’osso il reddito
d’impresa».
Albano Bergami, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, chiede un’accelerazione su più fronti: «Dopo 7 anni dalle prime segnalazioni dell’insetto sul suolo nazionale, non è tollerabile che sussistano ancora intoppi legislativi, burocratici ed economici a limitare il lavoro della ricerca e della sperimentazione. Ora la gravità della
situazione è tale da considerare la presenza del parassita endemica, con danni registrati diffusamente su diverse specie frutticole. Un flagello che mette in seria discussione la tenuta della filiera frutticola, con risultati socio-economici difficilmente prevedibili. Attendiamo provvedimenti che diano immediato ristoro alle aziende danneggiate, anche sgravi fiscali e previdenziali; la sospensione dei mutui, nonché la revisione e rifinanziamento della legge sulle ‘calamità naturali’. Nel frattempo abbiamo avviato interlocuzioni con vari istituti bancari al fine di poter proporre alle aziende associate finanziamenti a tassi particolarmente agevolati». Poi rimarca: «Il via libera all’introduzione della vespa samurai attende adesso da parte del Ministero dell’Ambiente il suo decreto attuativo, diversamente non si può dare inizio alla sperimentazione. Tale iter richiederà comunque, nella migliore delle ipotesi, almeno qualche anno prima di consentire all’insetto predatore di colonizzare un territorio così vasto».
Confagricoltura Emilia Romagna guarda con forte preoccupazione alla campagna del 2020. «Ci siamo rivolti alla Regione Emilia-Romagna – conclude Bergami – proponendo la costituzione a breve di un tavolo partecipato dai tecnici di settore, con l’obiettivo di analizzare e condividere un’impostazione di lotta mirata al contenimento della cimice attraverso l’ausilio di agrofarmaci, da mettere in atto nell’immediato futuro».