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Presidio degli agricoltori mercoledì davanti alla Prefettura di Bologna

L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo sulla grave crisi del comparto ortofrutticolo, dopo un’annata agricola che ha visto praticamente dimezzarsi le quotazioni all’origine e le produzioni.

«Cimice asiatica, eventi climatici disastrosi e prezzi troppo bassi hanno messo in ginocchio la nostra agricoltura» è il grido d’allarme lanciato da una compagine molto nutrita, che raggruppa le Organizzazioni sindacali agricole più rappresentative del territorio metropolitano di Bologna – Confagricoltura, Cia, Copagri, Ugc Cisl, Confcooperative, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Agci Area Emilia Centro – le quali, unite, annunciano di scendere in piazza con un presidio di agricoltori davanti alla Prefettura di Bologna (p.zza Roosevelt), mercoledì 18 settembre dalle ore 8.30 alle 11.30.

Le Organizzazioni agricole bolognesi aderiscono così alla mobilitazione di respiro regionale, promossa per il 18 settembre da Agrinsieme Emilia Romagna davanti alle Prefetture della regione. Come spiega in una nota il coordinamento che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, «occorre affrontare rapidamente l’emergenza della cimice asiatica accelerando con la diffusione dell’antagonista naturale, ovvero la vespa samurai, per il cui utilizzo è recentemente arrivato il via libera in Gazzetta Ufficiale, DPR del 05/09/2019. In questa situazione non si possono aspettare 6 mesi per avere le linee guida del Ministero dell’Ambiente, anche 6 settimane sono troppe e non abbiamo nemmeno bisogno di una nuova Commissione in quanto c’è già quella sui fitofarmaci. Si chiede inoltre di tenere attive le molecole in scadenza al 01/01/2020 lavorando al contempo per stanziare risorse per risarcire i numerosissimi agricoltori danneggiati, andando a intervenire sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità ‘non da quarantena’. Non va infatti dimenticato che stiamo parlando di un insetto che ha già causato danni che superano i 200 milioni di euro e che, se non si interviene rapidamente, rischia concretamente di espandersi nelle regioni limitrofe. Parliamo di una seria problematica, che è paragonabile per danni e per diffusione solo all’epidemia di Xylella fastidiosa in Puglia».

Si tratta di difendere il reddito di decine e decine di coltivatori e loro famiglie, messo a rischio da calamità naturali e la stabilità di importanti imprese cooperative agricole storiche che insieme rappresentano la struttura vitale del sistema agro-alimentare del territorio bolognese e regionale.

 

















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