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Il ricordo di Demos Malavasi e l’attualità della Resistenza

ANPI Maranello e l’amministrazione comunale hanno ricordato Demos Malavasi, primo caduto della Resistenza modenese, medaglia d’oro al valore militare. Una corona di fiori è stata deposta alla base della targa commemorativa a lui dedicata in via Vittorio Veneto, all’esterno dell’edificio, una ex scuola elementare, che oggi ospita la sede degli Uffici Tecnici del Comune e che durante la Seconda Guerra Mondiale aveva accolto i militari italiani catturati dopo l’armistizio.

Tra questi appunto Demos Malavasi, assassinato da un commando nazista durante una retata nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943. “La Resistenza è l’evento storico alla base dell’Italia democratica e repubblicana, ma è anche una bussola che deve continuare a guidarci nel presente e nel futuro”, ha detto il sindaco di Maranello Luigi Zironi.

Presenti alla cerimonia anche i familiari e una delegazione dell’ANPI di Novi di Modena, dove Malavasi era nato.

Demos Malavasi fu attivo durante il regime fascista nell’organizzazione comunista clandestina. Non aveva ancora vent’anni quando fu arrestato per la prima volta. Deferito al Tribunale speciale, fu condannato ad un anno e mezzo di reclusione. Uscito dal carcere, il giovane operaio riprese l’attività antifascista sino a che non fu di nuovo arrestato. La seconda condanna fu ancora più pesante: quattordici anni di reclusione. Malavasi, scontata una parte della pena, uscì dalla prigione per amnistia. Ma non poté tornare a casa. Invece di essere liberato, infatti, fu confinato a Ventotene, dove restò sino alla caduta del fascismo. Il 29 agosto 1943, dopo sei soli giorni dal ritorno dal confino, il giovane operaio dovette di nuovo lasciare la sua casa perché richiamato alle armi. L’armistizio dell’8 settembre sorprese così Malavasi in una caserma di Maranello, dove si trovava un altro antifascista modenese, Mario Ricci, che sarebbe poi stato conosciuto come il leggendario “comandante Armando”. Intorno alle tre del mattino del 9 settembre, un reparto di soldati nazisti (sicuramente lì indirizzato dai fascisti locali), si presentò al portone della caserma, chiedendo soltanto dei militari Malavasi e Ricci. I due presero la fuga, ma mentre Ricci riuscì ad eclissarsi, Demos fu abbattuto con una raffica. La salma del giovane fu trasportata da amici a Novi: l’11 settembre una folla incalcolabile partecipò ai funerali del primo Caduto della Resistenza modenese.

















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