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Il prof. Carlo Salvarani di Unimore unico italiano nominato nel Comitato scientifico della Foundation for Research in Rheumatology

Il prof. Carlo Salvarani, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e professore del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa di Unimore è l’unico italiano ad essere stato nominato membro del Comitato scientifico di Foreum – Foundation for Research in Rheumatology, la più importante Fondazione europea per la ricerca in Reumatologia. La durata dell’incarico sarà di tre anni.

Foreum è supportata dall’EULAR – European League against Rheumatism, la società europea di Reumatologia e tra il 2014 e il 2019 ha sponsorizzato 35 progetti di ricerca, tra cui “START – Molecular stratification of patients with giant cell arteritis to tailor glucocorticoid and tocilizumab therapy”, che vede la collaborazione tra il Policlinico di Modena e l’Ospedale di Reggio Emilia. Questo progetto riguarda un approccio di medicina stratificata sulla arterite a cellule giganti e sulla sua terapia con un farmaco innovatico, il tocilizumab.

Proprio l’EULAR ha rilasciato due raccomandazioni europee, da poco pubblicate sulla rivista scientifica Annals of Rheumatic Diseases, fatte da esperti internazionali, a cui il prof. Carlo Salvarani ha collaborato: uno sulla terapia delle vasculiti dei grandi vasi e l’altro sull’uso nella pratica clinica dell’imaging nelle vasculiti dei grandi vasi.

“Le raccomandazioni fatte da esperti internazionali sulla terapia delle vasculiti dei grandi vasi  (infiammazione dell’aorta e dei suoi rami principali) come la arterite a cellule giganti e la sua equivalente giovanile, arterite di Takayasu – commenta il prof. Carlo Salvarani – sono di grande importanza poiché rappresentano per il clinico non esperto una guida per la terapia di queste vasculiti, che anche se rare, sono le vasculiti più frequenti”.

“Anche l’imaging – continua il prof. Salvarani – è di grande importanza per la diagnosi e terapia delle vasculiti dei grandi vasi poiché valuta l’estensione della malattia e la sua attività e quindi guida la terapia. Le metodiche di imagine più utilizzate e il cui utilizzo viene regolato dalle raccomandazioni sull’imaging sono la TAC/PET, la angio-TAC e la angio-RM e l’ecocolordoppler vascolare. Abbiamo un’importante collaborazione per tali patologie con la Struttura complessa di Medicina Nucleare del Policlinico di Modena, diretta dal dr. Napoleone Prandini per la TAC/PET e con la Radiologia diretta dal prof. Pietro Torricelli per la angio-TAC e angio-RM”.
















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