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Tavolo istituzionale settore carni, Cgil: “bene il confronto, ma aumenta l’illegalità diffusa”

Si è svolto ieri l’incontro istituzionale convocato dal presidente della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei, sulla situazione del comparto carni e sulle vertenze sindacali ancora aperte.

La CGIL giudica “positivamente la riapertura di un confronto istituzionale sul comparto modenese delle carni in quanto il settore, strategico per l’economia e l’occupazione del territorio, non può essere abbandonato al conflitto tra le parti, tuttavia bisogna riconoscere che gli sforzi compiuti negli anni passati non sono stati sufficienti per orientare il settore verso un modello di sviluppo in grado di coniugare la salvaguardia dei diritti dei lavoratori con le esigenze di competitività delle imprese.

Gli appalti di manodopera, prima limitati a settori marginali dell’attività produttiva – spiegano Cgil e Flai/Cgil Modena – si stanno infatti estendendo portando con sé fenomeni di flessibilità estrema dalla prestazione lavorativa e precarietà delle condizioni occupazionali che inevitabilmente sfociano in vere e proprie ribellioni dei lavoratori”.

Le illegalità diffuse sono dimostrate dalle recenti indagini della Guardia di Finanza che hanno interessato evasioni fiscali milionarie. Inoltre le statistiche nazionali fornite dalla UIF-Banca d’Italia e dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro sui primi mesi del 2019 confermano per la nostra regione e provincia una preoccupante diffusione di false cooperative e lavoratori irregolari. Tale situazione è il risultato di una ricerca di competitività giocata sul basso costo dell’appalto e, di conseguenza, sulla compressione dei diritti dei lavoratori.

“E’ necessario che ognuno faccia la sua parte per indirizzare il settore verso uno sviluppo di qualità e sostenibile nel tempo – dichiara Manuela Gozzi, segretaria della CGIL di Modena – Dal punto di vista del controllo di legalità è necessario che la Prefettura riconosca la straordinarietà di questi conflitti sindacali e operi un coordinamento degli uffici periferici dello Stato, non solo come avviene ora nella repressione dei manifestanti, ma anche nella repressione dei comportamenti aziendali, come la sostituzione dei lavoratori in sciopero e le pratiche illecite di etero-direzione dell’appalto. Da questo punto di vista va potenziato l’organico dell’Ispettorato del Lavoro di Modena (che ad oggi dispone solo di 15 ispettori) e vanno attivate indagini ispettive sulla genuinità degli appalti”.

“Per quanto riguarda le amministrazioni pubbliche – continua la Gozzi – è necessario introdurre condizionalità precise in caso di finanziamenti pubblici, condizionalità che possono riguardare il rispetto delle norme contrattuali e dei diritti sindacali non solo da parte della società richiedente il finanziamento, ma anche da parte delle società appaltatrici che operano all’interno dell’azienda stessa. Infine le parti sociali devono proseguire sulla strada tracciata dal Protocollo d’Intesa tra le centrali cooperative modenesi e le categorie dell’alimentazione di Cgil, Cisl e Uil del 9 giugno 2017 in cui si prevede l’applicazione dei Contratti Nazionali di riferimento, la salvaguardia dei diritti sindacali e una clausola sociale a tutela dei lavoratori in caso di cambio appalto. Fino a quando Confindustria e le imprese committenti non accetteranno di confrontarsi su questi temi i problemi sono destinati ad aumentare”.

 
















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