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Lavorare in Regione: valori, persone e competenze in un’organizzazione al servizio del territorio. Decise 1.300 assunzioni per nuovi profili

Lavorare in Regione Emilia-Romagna. La possibilità di portare le proprie motivazioni e conoscenze in un’organizzazione al servizio del territorio. Che vuole essere all’altezza della propria tradizione e al tempo stesso guarda al futuro puntando su valori, persone e competenze. Da qui la scelta di fare quasi 1.300 assunzioni, attraverso una tornata concorsuale che si svilupperà a partire dalla metà di luglio. Un percorso aperto a nuovi profili in ambiti che vanno dalle materie giuridico-amministrative a quelle economico-finanziarie, dalla gestione del territorio alla tutela ambientale, fino alla trasformazione digitale. In nome di una multidisciplinarietà che lascia spazio a ogni famiglia professionale, comprese quelle umanistiche, e un percorso – condiviso con le organizzazioni sindacali – che passa anzitutto per la valorizzazione del personale interno, dagli avanzamenti di carriera alla formazione continua, dalle stabilizzazioni allo smart working.

Nuovi ingressi che superano abbondantemente la quota 1.500 una volta aggiunti anche i 260 dipendenti in arrivo dalla mobilità fra enti.

Una nuova fase, dunque, che mette al centro merito ed equità, dopo 10 anni di blocco del turn-over dovuto alle norme statali. Il piano triennale dei fabbisogni lavorativi 2019-2021, varato dalla Giunta regionale, risponde anche alla prevista riduzione dell’organico di circa il 30% nel triennio per fisiologici pensionamenti, ‘Quota 100’ e altre cause, e prevede appunto le 1.500 assunzioni, considerando anche l’Agenzia regionale per il lavoro, l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia (Arpae) e L’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori (Er.Go).

Va poi a regime lo smart working, il ‘lavoro agile’, basato sulla responsabilizzazione del collaboratore e il ricorso agli strumenti informatici e digitali, prospettiva che si apre per 350 dipendenti regionali.

Il Piano è stato presentato questa mattina nella sede Regione dal presidente Stefano Bonaccini, dall’assessora alle Risorse umane, Emma Petitti, e dai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali. Presente anche il direttore generale al Personale Francesco Raphael Frieri.

“Siamo orgogliosi della qualità e della professionalità di chi lavora in Regione Emilia-Romagna- afferma il presidente Stefano Bonaccini-. Siamo un territorio fra i più avanzati in Europa, e non solo, anche grazie a loro. Lo abbiamo riconosciuto di recente con un contratto decentrato che ha premiato l’eccellenza delle nostre professionalità come non avviene in nessuna altra Regione. Vogliamo continuare a esserlo valorizzando chi già è qui e allargando la squadra a nuove competenze ed energie fresche. Chiameremo in Regione persone motivate, ragazze e ragazzi che si impegnano ogni giorno nello studio, nella ricerca, nel lavoro. È un investimento di fiducia su quanti costituiranno il capitale umano di questa Regione nei prossimi 25 anni. Un vero e proprio rinnovamento, per una nuova generazione di dipendenti pubblici, che vogliamo condivida il sistema di valori professionali propri del dipendente della Regione Emilia-Romagna. Senza dimenticare- chiude Bonaccini- la necessità di offrire la possibilità di avanzamento a chi ha fatto marciare questa Regione in anni di blocco contrattuale, del turn over e delle progressioni di carriera”.

Attraverso il Piano si potrà puntare a ridurre l’età media del personale, oggi superiore ai 52 anni, 57 nella dirigenza, ma soprattutto a integrare gli organici regionali con nuove e ulteriori competenze e attitudini.

Inoltre, si intende garantire prospettive di carriera ai lavoratori regionali, contrastando il precariato interno, assicurando posti di riserva nei concorsi a chi già lavora nell’Ente, oltre a completare nel triennio il rientro o il trasferimento del personale distaccato.

Tra le finalità, anche quella di recuperare il 10% di efficienza tramite misure di riorganizzazione e trasformazione digitale. Il tutto senza aumenti di spesa per l’Amministrazione.

“Si apre per la Regione una nuova importante stagione- sottolinea l’assessora al Bilancio, Risorse umane e pari opportunità, Emma Petitti- e con la messa a regime dello smart working, che per primi abbiamo sperimentato, si profila la possibilità per le donne e gli uomini di questa amministrazione di provare un nuovo modo di lavorare, consentendo di conciliare meglio i tempi di vita e impegno lavorativo. La Regione Emilia-Romagna si è sempre distinta nel contesto nazionale per una particolare attenzione a queste tematiche, compiendo scelte significative sia in termini di flessibilità di orario che di esigenze organizzative di servizio. Con le nuove assunzioni si rafforza un contesto di sviluppo e promozione del benessere dell’intero territorio e contemporaneamente si sviluppa il legame di fiducia e attenzione reciproca tra l’Amministrazione e le persone che vi lavorano”.

Il Piano regionale è stato presentato oggi in Regione in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche le organizzazioni sindacali, rappresentate da Marco Pasquini (Cgil), Sonia Uccellatori (Cisl-Fp) e Loredana Costa (Uil-Fpl). Nei loro interventi, hanno tutti espresso apprezzamento nei confronti della Regione, per la portata del Piano e per il metodo utilizzato, basato sul confronto, che peraltro ha portato alla firma di altri accordi nei mesi scorsi, intese che hanno permesso la stabilizzazione dei precari e l’avvio di misure importanti di welfare aziendale.

I concorsi

Le nuove assunzioni, che comprendono anche profili per l’Agenzia per il lavoro, Arpae ed Er.Go, saranno 1.296. Di queste, 226 saranno riservate a selezioni interne e 393 alla lotta al precariato, come consentito dalla legge, con una quota di circa il 30%, nell’ambito dei concorsi, riservata anche ai dipendenti regionali a tempo determinato. Al numero complessivo, si aggiungono 260 nuovi dipendenti tramite mobilità tra enti.

Già a partire da metà luglio saranno possibili le iscrizioni a 6 concorsi pubblici per laureati. Una seconda tornata si avrà tra ottobre e novembre, con 3 concorsi pubblici per diplomati. A dicembre 2019 sono previsti anche i concorsi per giovani laureati nel settore Agricoltura.

Concorsi per 20/30 dirigenti sono programmati a partire da agosto 2020, con modalità che saranno decise dalla nuova Giunta regionale nella prossima legislatura.

Le prime assunzioni si perfezioneranno tra dicembre 2019 e gennaio 2020.

I profili

I profili previsti dai bandi di concorso per laureati riguardano specializzazioni in materie giuridico amministrative, economiche e finanziarie, gestione del territorio e del patrimonio pubblico, programmazione del territorio e della tutela ambientale, agro-forestali, e della trasformazione digitale, mentre per i diplomati saranno ammessi i profili amministrativo contabile, tecnico progettista in campo ambientale e tecnico in campo agro-forestale. Previsti inoltre avanzamenti di carriera per il personale interno con selezioni per 116 persone.

In concomitanza con l’apertura dei concorsi, la Regione varerà un sito web con tutte le informazioni necessarie e un toolkit per i candidati.

L’andamento dell’organico

Nel 2016 e 2017 non si era dato corso ad assunzioni per evitare che si creasse l’eventualità di esuberi per effetto del riordino istituzionale, con il passaggio del personale delle Province alla Regione.

Nel 2018 invece, a fronte di quasi 250 pensionamenti, le quote di assunzioni sono state utilizzate al 95% per le stabilizzazioni del personale precario (124 persone).

Dal 2019 al 2021 è previsto il pensionamento, considerando anche le cessazioni per ‘Quota 100’, di quasi 1.200 persone.

Smart working, bilancio di un anno di sperimentazione: più sostenibilità, tempo ed efficacia, meno carta e insoddisfazione

Lavorare fuori dall’ufficio, condividendo atti, dati e documenti sul cloud regionale, sulla base di obiettivi condivisi e progetti definiti con dirigenti e colleghi. E’ lo smart working, il lavoro ‘agile’, già sperimentato da 145 collaboratori da giugno 2018 allo scorso 30 maggio.

Ciò ha consentito di rilevare alcuni dati interessanti. Per quanto riguarda la mobilità,c’è stato unrisparmio da parte dei lavoratori di 120 mila km l’anno (in media, 34,20 km al giorno, in auto e moto) e conseguentemente 17mila Kg/anno di emissioni di CO2; con un’economia di tempo di 54 minuti in media al giorno.

E questi fattori, uniti alle nuove competenze digitali, supportate da 150 guide di best practice, e dall’impatto in termini di conciliazione vita/lavoro, hanno fatto registrare una maggiore soddisfazione dei lavoratori stessi.

In particolare, i “molto soddisfatti” sono passati dal 26 al 33%, quelli “abbastanza soddisfatti” dal 46 al 51% mentre quelli “poco soddisfatti” dal 26 al 15%. Il processo ha portato anche a un aumento della gestione digitale dei documenti nei confronti della carta, abbassando del 18% le stampe.

La sperimentazione ha riguardato 99 donne e 46 uomini (di varie fasce di età, la più cospicua quella da 41 a 50 anni) con diversi livelli lavorativi e di provenienza da tutta l’Emilia-Romagna.

(foto dell’assessora Petitti e del presidente Bonaccini, assieme ai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil durante la conferenza stampa)

















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