Su un noto sito di annunci aveva pubblicato l’inserzione trattante la vendita di una cimatrice agricola che commercializzava a 700 euro. Il malcapitato reggiano conclusa la vendita anziché intascare i soldi si è visto prosciugare il conto per circa 4.000 euro grazie all’espediente del vaglia online. L’operazione era infatti possibile solo attraverso il postamat inserendo un codice fornito dall’acquirente. In contatto telefonico con il truffatore il malcapitato 36enne di Fabbrico terminata l’operazione anziché ricevere i 700 euro si è ritrovato in mano una ricevuta dalla quale emergeva che con il suo bancomat aveva ricaricato, per 2.990 euro, una carta prepagata. Rassicurato dall’interlocutore che ammetteva l’errore veniva invitato a ripetere la stessa operazione cosa che faceva vedendosi addebitare ulteriori 900 euro.
All’ulteriore rassicurazione da parte del falso acquirente che voleva continuare a prosciugare il conto al 36enne, quest’ultimo compreso trattarsi di un raggiro riagganciava interrompendo la conversazione. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa il 36enne si rivolgeva ai carabinieri della stazione di Fabbrico formalizzando la relativa denuncia per truffa. I carabinieri di Fabbrico raccolta la denuncia avviavano le indagini.
Dopo una serie di riscontri tra l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e dove venivano date le indicazioni per il prelievo del contante a mezzo vaglia online, la carta prepagata dove erano stati versati i soldi catalizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati, un 50enne di Novi di Modena e un 48enne di Reggio Emilia, con a carico specifici precedenti di polizia, nei confronti dei quali venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.