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Bologna, omesso versamento dell’IVA: sequestrati beni per 730.000 euro

I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Bologna hanno eseguito, su disposizione del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna Dott.ssa Grazia Nart, un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di disponibilità bancarie nonché di beni mobili e immobili fino alla concorrenza di euro 730.000 nei confronti dell’ex legale rappresentante di una nota e storica società della provincia di Bologna operante nel settore dell’abbigliamento di lusso per bambini, per non aver ottemperato al pagamento delle imposte entro i termini prescritti dalla legge.

In particolare, l’imprenditore era stato denunciato alla Procura della Repubblica di Bologna dalla locale Agenzia delle Entrate per non aver versato, nella sua qualità di legale rappresentante pro tempore, l’IVA relativa all’anno d’imposta 2016. Tale denuncia fa seguito a quella che aveva già interessato, con riferimento al periodo d’imposta precedente (2015), il padre (già colpito alcune settimane fa da un ulteriore provvedimento di sequestro) del “nuovo” indagato che, l’anno successivo, assumendo le cariche direttive societarie incorreva, a sua volta, nelle responsabilità penali derivanti della reiterazione del reato di omesso versamento delle imposte dovute.

A seguito dell’intervenuto fallimento dell’azienda, così come avvenuto nel precedente intervento, le operazioni di sequestro, condotte sulla base delle indagini patrimoniali svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria su delega del Sostituto Procuratore Dott. Tommaso Pierini, hanno avuto ad oggetto esclusivamente disponibilità finanziarie e beni immobili dell’ex amministratore senza andare ad intaccare il patrimonio del soggetto giuridico fallito. L’operazione complessivamente sviluppata testimonia ancora una volta l’impegno della Procura della Repubblica di Bologna, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate nella sinergica azione di contrasto ad ogni forma di evasione fiscale, che trova nell’aggressione patrimoniale dei soggetti responsabili dei reati tributari la forma più incisiva di ristoro dei primari interessi dell’Erario.

















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