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Festival della Fiaba pensato per gli adulti: dal 14 al 16 giugno torna a Modena la sesta edizione

Conferenze, narrazioni in voce semplice di fiabe della tradizione e non solo, spettacoli, performance, oltre a workshop, momenti dedicati al gusto e altro ancora: tanti gli appuntamenti ideati ad hoc in programma per la sesta edizione del Festival della Fiaba, da venerdì 14 a domenica 16 giugno presso il circolo culturale Filatoio (via de’ Bonomini 61/63 www.filatoio.com) e varie location nel Quartiere adiacente al Museo casa Enzo Ferrari, vicino al centro storico di Modena.

Torna la manifestazione unica sul territorio nazionale per originalità e target di riferimento nata da un’idea di Nicoletta Giberti,performer e regista teatrale che da anni indaga attraverso linguaggi eterogenei il genere “Fiaba” con uno sguardo ampio e profondo. Tema caratterizzante di quest’anno è la “Follia”, declinata e indagata in diversi aspetti e sfumature, a cominciare da una serie di conferenze dedicate in cui scrittori, professori e pensatori approfondiranno il filo conduttore proposto dal Festival.

Tra gli altri saranno protagonisti – in appuntamenti a ingresso gratuito – lo scrittore Mario Ferraguti, che parlerà de “I Folletti, la follia e il vento” (domenica 16 alle ore 18.30), Ivonne Donegani – professoressa universitaria, già direttrice del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna e responsabile del progetto Arte e Salute Mentale e Nicola Bonazzi, drammaturgo e regista, tra i fondatori della Compagnia Teatro dell’Argine. La Donegani, da anni impegnata attivamente nei percorsi di de-istituzionalizzazione, promozione della salute e inclusione sociale in collaborazione con le associazioni di familiari e utenti, terrà una conferenza dal titolo “Ho sognato che vivevo” (sabato 15 alle ore 18.30), mentre Bonazzi, che dal 2012 collabora come guida del laboratorio teatrale con “Gli Amici di Luca”, compagnia nata in seno alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna tratterà di “Che Venne in furore e matto: la Pazzia di Orlando”(venerdì 14 alle ore 18.30). Le conferenze avranno tutte luogo presso lo spazio Progetto Lavoratorio.

Nell’ambito della sesta edizione del Festival, quest’anno pensata per un pubblico esclusivamente adulto, ogni evento sarà in dialogo con il luogo che lo ospita: ecco allora che la camera 22 dell’Hotel La Pace sarà la location perfetta per ascoltare la storia di Cappuccetto Rosso, mentre StudioLoom di Laura Turrini, StArt 60, Veronesi Italia – dove si importa il Rum – l’Atelier di Andrea Capucci, lo spazio di Marco Brunetti Tube Amplification e il centro di pratica e ricerca La Tigre Bianca accoglieranno altre fiabe ed eventi, mentre sarà possibile assaggiare due piatti tipici selezionati al ristorante La Cucina e alla Trattoria Via Ferrari.

Tante anche le performance e gli spettacoli – con un biglietto dal costo variabile e prenotazione obbligatoria – tra cui, da non perdere, “Il Sapere perduto: un viaggio tra caduta, compimento e metamorfosi”:un percorso itinerante, ideato e diretto da Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival della Fiaba, dedicato ai disegni di Gea Zoda – figlia dell’artista e incisora Andreina Bertelli e del pittore Italo Zoda, frequentatori tra gli altri di Renato Guttuso, Leonardo Sciascia e Dacia Maraini – che, cresciuta immersa nell’arte e stimolata dal percorso narrativo intrapreso al Festival e dal tema della Follia, per la prima volta in questa occasione mostrerà le sue opere al grande pubblico, in un modo assolutamente originale e “folle”.

E poi performance, come “Sotto Chiave: trama e ordito di un segreto”, a cura della narratrice Anna Tondelli e della costumista d’epoca Mariana Polisena, dedicata a Barbablùe le fiabe della tradizione, che saranno le protagoniste assolute del Festival a loro dedicato. Narrate in voce semplice nei vari luoghi della manifestazione ogni mezz’ora circa, per una capienza che varierà a seconda degli spazi, per mantenere la bellezza dell’intimità della condivisione. E, ancora, presentazioni di libri, come “Disturbi di luminosità” (Gaffi editore), di Ilaria Palomba, dove la follia emerge dall’assenza d’amore, di certezze, di futuro, in un sociale che implode (sabato 15 alle ore 21.30).

Novità di quest’anno sono i miti narrati in voce semplice dal gruppo diretto da Michele Collina. Il termine “mito” deriva dal greco mythos, che significa “Parola, racconto”. Nel linguaggio comune la parola “mito” indica qualcosa di favoloso o di irraggiungibile, che viene in qualche modo amplificato e allontanato dal reale. Chi meglio di coloro che hanno vissuto una buona parte della loro vita può dare voce al mito? Le persone che hanno accumulato anni sul loro cammino guidati dalla competenza e dalla grande sensibilità di Michele Collina raccontano alcuni miti dalle Metamorfosi di Ovidio.

Il Filatoio sarà centro Festival per momenti di ristoro tra una fiaba e l’altra, aperitivi, cene ma anche colazioni, brunch e pranzi. Nella caffetteria sarà servito a qualsiasi ora l’assenzio, in onore della fata verde che tanto ispirò i poeti maledetti attraverso la perdita della ragione e l’incontro con la follia. Mentre il giardino del circolo sarà l’anima pulsante del Festival, uno spazio dove gustare cose buone da mangiare, dove attendere il proprio turno per andare ad ascoltare una fiaba e soprattutto dove incontrarsi e scambiare parole, pensieri e suggestioni. Lì ci sarà anche la bottega di Lu_Ghirò, attenta artigiana dell’antica arte del ricamo.

“Dopo cinque edizioni in cui abbiamo cercato spazi potenti, bellissimi e accoglienti, abbiamo deciso di spostare lo sguardo su un quartiere difficile di Modena, ma che ha un grande potenziale, perchè ricco di verità e libertà- spiega Nicoletta Giberti, direttrice artistica e ideatrice del Festival della Fiaba – Non a caso il Filatoio sorge esattamente lì e, da due anni, brilla e brulica di iniziative e persone che lo frequentano entusiaste e grate di ciò che incontrano. Perché l’intento del Festival della Fiaba è anche quello di portare luce e bellezza in questi luoghi, per aprire riflessioni personali e collettive. E la manifestazione nasce dallo stesso impulso che nel tempo ha mosso l’uomo a raccontare fiabe: l’incontro con il substrato inconscio e l’effetto vivificante che se ne trae, raccontandole, leggendole o semplicemente ascoltandole. La fiaba è fatta di simboli che si ripetono dalle origini in tutto il mondo, ed è nata per gli adulti, i bambini erano ascoltatori occasionali, di passaggio”.

Ecco allora un Festival unico su tutto il territorio nazionale, che ricrea quello che un tempo veniva definito “focolare”, celebrando il rito della narrazione e predisponendo i suoi visitatori a uno stato di ascolto, perché le fiabe mettono in scena da sempre la stessa storia: l’identificazione del sé. Ogni volta che una fiaba della tradizione viene raccontata, qualcosa di prezioso viene condiviso e compreso da tutti in un’epifania personale e collettiva.

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Foto tavolo dei relatori, da sinistra a destra: Michele Collina, Regista e coordinatore organizzativo del Festival della Fiaba; Nicoletta Giberti, Direttrice artistica del Festival e Vittorio Venturi, Responsabile Settore Cultura del Comune di Modena

















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