Renè Arnoux, John Surtees, Phil Hill, Frolilan Gonzales, Chris Amon e Gilles Villeneuve.Cosa avevano in comune questi piloti oltre ad un talento sconfinato nella guida delle auto con le ruote scoperte? Per scoprirlo basta sbirciare all’interno del “Menù dei Motori” originale iniziativa proposta dal Consorzio Modena a Tavola in occasione del Motor Valley Festival, l’evento dedicato al mondo del Motorsport in programma a Modena sino adomenica 19 maggio.
Un percorso che intreccia la storia ufficiale dei motori con vicende personali, private, che in questo caso passano attraverso gli aneddoti che a volte diventano vere e proprie leggende e i ricordi di alcuni dei ristoratori che accoglievano i piloti nei loro ristoranti. Due in particolare i ristoratori che hanno permesso di creare i “I Menù dei Motori”: da una parte Lauro Malavolti il cui ristorante, Da Lauro, per anni punto di riferimento della cucina modenese, era meta fissa anche di Enzo Ferrari, Clay Regazzoni, Michele Alboreto e tanti altri, dall’altra Claudio Camola istrionico titolare della Piola dell’Ortica. E a proposito di aneddoti, leggenda vuole che John Barnard, alla guida del team Ferrari di F1 alla fine degli ’90, abbia chiesto ai meccanici di rinunciare completamente al lambrusco. La risposta fu decisamente frizzante (ve la lasciamo immaginare). A raccontare questo episodio è Luciano Guerri allora meccanico Ferrari e oggi, col figlio Simone, titolare del Ristorante la Busa di Spilamberto, vero e proprio tempio della cucina tradizionale – immancabile il carrello dei bolliti – e da sempre casa di piloti e tecnici.
“Il collegamento tra buona e cucina e motori direi che nasce in modo naturale. Parliamo di una unione virtuosa che restituisce all’appassionato o al semplice curioso l’atmosfera autentica della Motor Valley, in cui il profumo della benzina e quello del brodo di cappone convivono senza alcun problema – sottolinea il presidente di Modena a Tavola,Stefano Corghi– Affermare che i tortellini o che il lambrusco abbiano fatto andare più veloce qualche pilota è naturalmente un azzardo, ma ugualmente ci piace pensarlo perché o prima o dopo una sessione di prove, un test o un gran premio, il ristorante diventava spesso il luogo dove piloti e tecnici si ritrovavano per recuperare energie, distrarsi e, in molti casi, assaggiare piatti della tradizione, magari rivisitati anche alla luce di qualche stravagante richiesta alla quale era difficile dire di no.”
Diciotto dei ristoranti aderenti al Consorzio offrono la possibilità di scoprire e di assaggiare i piatti preferiti dai piloti e dai personaggi legati al mondo dell’automobilismo. Decisamente eterogenee le preferenze: Didier Pironì, ad esempio, amava gli stricchetti con pancetta e rucola, mentre Piero Taruffi non sapeva dire di no agli gnocchi al gorgonzola; Michele Alboreto apprezzava le fettine di fegato alla griglia con fiori di zucca fritti, Clay Regazzoni le animelle alla parigina trifolate,mentre,per dessert, era solito ordinare zuppa inglese o gelato di crema con whiskey.
A proposito i sei piloti citati all’inizio – Renè Arnoux, John Surtees, Phil Hill, Frolilan Gonzales, Chris Amon e Gilles Villeneuve – a tavola non sapevano dire di no ad un piatto di tortellini, anche se, a dire il vero il neozelandese Amon e il canadese Villeneuve preferivano la variante meno ortodossa, quella alla panna.