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Fare dell’Emilia-Romagna un hub europeo della conoscenza: ecco il progetto di legge della Giunta regionale

Fare dell’Emilia-Romagna un grande hub europeo della conoscenza, favorendo la creazione di nuove infrastrutture di ricerca e promuovendo accordi nazionali e internazionali per l’insediamento nel Tecnopolo di Bologna di attività di ricerca, trasferimento tecnologico e di incubazione e accelerazione di impresa. In tre ambiti strategici: Big Data, intelligenza artificiale e cambiamento climatico.

Obiettivo ambizioso ma concreto, a cui punta la Giunta regionale attraverso il progetto di legge “Investimenti della Regione Emilia-Romagna in materia di Big Data, Intelligenza artificiale, Meteorologia e Cambiamento climatico”, che ha iniziato il percorso di approvazione in Assemblea legislativa con la presentazione, questa mattina in Commissione, ai consiglieri.

E l’Emilia-Romagna non parte certo da zero: terra delle più antiche università del mondo, fin dagli anni ’60 è sede di centri di ricerca di rilevanza nazionale e internazionale, come Cnaf-Infn (Centro nazionale di calcolo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Cineca, e l’Enea. Negli anni ’80 Cnr, Infn, Cineca ed Enea promuovono il network Garr per la connettività tra i diversi soggetti di ricerca; nello stesso periodo a Bologna nasce Iperbole, la prima rete civica in Italia, e successivamente, nel 2004, viene realizzata Lepida, lo strumento operativo per l’attuazione dell’Agenda digitale regionale e per la promozione dello sviluppo telematico della Pubblica amministrazione e del territorio.
Una regione, dunque, che ha potenzialità per guardare a grandi sfide tecnologiche e sociali, grazie alla presenza di infrastrutture e competenze, una community costituita da numerosi soggetti pubblici e privati attivi nella ricerca e nell’innovazione che, con oltre 1.800 ricercatori, vede concentrarsi sul territorio il 70% della capacità di calcolo del Paese.

L’impegno della Regione su Big Data, Tecnopoli, Università
Estrarre valore da grandi quantità di dati è una necessità destinata a crescere. La Regione ha pertanto attivato in questi anni numerose azioni finalizzate a sostenere la collaborazione tra istituzioni ed enti di ricerca attivi in questo campo e a sviluppare nuove competenze. Nel 2018 ha sostenuto la creazione dell’Associazione Big Data, che con 14 soci fondatori – ASTER Soc.Cons.p.a CINECA, CMCC (Centro Euro Mediterraneo Cambiamenti Climatici), CNR, ENEA, INAF, INFN, INGV, IOR, LEPIDA Spa, Università di Bologna, Università di Ferrara, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma –  promuove la condivisione e l’integrazione delle infrastrutture per i Big Data presenti sul territorio regionale e nazionale, per rafforzare la capacità del sistema produttivo di sviluppare servizi ed applicazioni basate sul trattamento di Big Data.
Sul fronte universitario, ha promosso con gli Atenei regionali l’attivazione di nuovi corsi di laurea in ingegneria dell’intelligenza artificiale e di nuovi percorsi post-laurea, e ha finanziato assegni di ricerca e dottorati di ricerca nell’ambito dei Big Data e Intelligenza artificiale. Inoltre, ha sostenuto laboratori e infrastrutture di ricerca e innovazione, a diretto supporto dello sviluppo di applicazioni per l’industria e la pubblica amministrazione.
Tra le più importanti iniziative, la promozione della Rete dei Tecnopoli che oggi può contare su 10 infrastrutture dislocate in 20 sedi. Strategica la realizzazione del tecnopolo di Bologna, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, dove sono in corso i lavori per la ricollocazione del data Center del Centro europeo per le previsioni metereologiche di medio termine (Ecmwf), con un investimento di quasi 52 milioni di euro (40 finanziati dal Miur, 7 con risorse dell’Unione europea e 5 della Regione). Obiettivo della Regione è fare del Tecnopolo un centro di eccellenza mondiale nell’ambito dei Big Data, un grande incubatore di nuova scienza e di nuove imprese rivolto ad affrontare le sfide del nuovo secolo.

Il progetto di legge
Il progetto di legge disciplina la messa a disposizione di spazi del tecnopolo all’Agenzia Meteo Nazionale – istituita nel 2017 prevedendone la sede a Bologna – e a Infn-Cineca, per supportare la loro partecipazione (sostenuta anche dal Governo italiano) al bando europeo che individuerà la struttura ospitante di un altro supercalcolatore, proponendo quale sede proprio il tecnopolo di Bologna. E, sempre al tecnopolo di via Stalingrado, troverà casa anche il Competence Centre industria 4.0 Birex, per l’applicazione dei Big Data all’ambito manifatturiero.
Il documento autorizza inoltre la Regione a partecipare all’associazione “Rete NEREUS”, cioè la Rete europea delle regioni che usano le tecnologie spaziali. Un’adesione che diventa ancora più importante ora, dopo la notizia che un altro progetto internazionale troverà presto casa in Emilia-Romagna, e cioè la futura direzione e sede amministrativa del CTA (Cherenkov Telescope Array), il più grande osservatorio per raggi gamma al mondo, con una rete di 118 telescopi per studiare l’Universo violento. Una realtà chesarà istituita entro la fine del 2020 a Bologna sotto forma di un Consorzio europeo per le infrastrutture di ricerca (ERIC).
Infine, per rafforzare ulteriormente la strategia di posizionamento di Bologna e dell’Emilia-Romagna ai più alti livelli della comunità scientifica internazionale, la Giunta regionale vuole promuovere e sostenere l’istituzione di una Fondazione Big Data for Human Development fra grandi istituzioni scientifiche regionali, nazionali, internazionali e imprese che favorisca attrazione di talenti e di investimenti pubblici e privati sulle nuove tecnologie. Con l’obiettivo, appunto, di faredi Bologna e dell’Emilia-Romagna un baricentro internazionale per lo studio e le applicazioni in queste due materie.
Obiettivo è sostenere la più ampia collaborazione con i grandi centri di ricerca di livello regionale, nazionale, europeo ed internazionale per promuovere la ricerca scientifica e le sue implicazioni interdisciplinari in materia di Big Data e Intelligenza artificiale; elaborare scenari di medio e lungo termine sugli sviluppi delle scienze e delle tecnologie e raccomandazioni di indirizzo nazionale ed internazionale sul fronte della formazione superiore, della ricerca e dell’innovazione. Con lo scopo di definire le politiche pubbliche in relazione ai temi del cambiamento climatico e dello sviluppo economico, sociale ed umano.

















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