Maggiori poteri di decisione e controllo in capo ai soci; un meccanismo di controllo esercitato dagli enti partecipanti nella loro totalità presso il Comitato di controllo e un vincolo per gli amministratori, formalmente indicato anche nello statuto, di agire conformemente alle direttive impartite dai soci.
Sono tra i punti più salienti previsti dalla “Convenzione-Quadro Per l’esercizio del controllo analogo congiunto su Lepida” dopo che, in seguito all’incorporazione della società CUP2000, Lepida che tra l’altro realizza e gestisce la rete ragionale a banda larga, si è trasformata in società consortile per azioni.
La Convenzione Quadro che sarà sottoscritta dagli Enti locali soci di Lepida, di cui la Regione detiene la maggioranza del capitale, è stata approvata dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 28 marzo con il voto a favore di Partito democratico, Sinistra unita Modena, Modena Volta Pagina e l’astensione di Energie per l’Italia, Forza Italia e Movimento 5 stelle.
L’assessora a Smart City e Sistemi informatici Ludovica Carla Ferrari, nell’illustrare la delibera, ha ricordato che l’approvazione della convenzione si colloca quale atto attuativo di quanto già previsto nelle disposizioni normative e contrattuali e che la convenzione costituisce il presupposto per potersi avvalere dei servizi strumentali della società, quelli cioè resi direttamente a favore dei soci attraverso il regime “in house”.
Tra i maggiori poteri in capo ai soci, rispetto a quelli che il diritto societario assegna, ha segnalato: indirizzi e obiettivi strategici al Cda e per lo sviluppo delle attività della Società; piano industriale, meccanismi per il reperimento e l’utilizzo delle risorse e budget economico; piano degli investimenti finanziari e delle alienazioni/acquisizioni di beni immobili; modifiche dell’organigramma della società; programma di reclutamento del personale e di acquisizione di beni e servizi e affidamento dei lavori; criteri omogenei di remunerazione delle attività svolte a favore dei soci e listini dei servizi offerti dalla Società. La convenzione prevede inoltre un meccanismo di controllo esercitato dagli enti partecipanti nella loro totalità presso il Comitato di controllo analogo con metodo assembleare; ulteriori poteri di decisione e controllo assegnati ai singoli soci con riferimento ai servizi erogati a favore o per conto loro; una rappresentanza in comitato per area territoriale e per tipologia di soci; la possibilità di avvalersi dell’istruttoria tecnica della Regione in merito all’andamento della società e agli obiettivi fissati, mantenendo il “controllo analogo” nella titolarità congiunta dei soci; una ripartizione dei diritti di nomina degli amministratori riservati a ciascuna tipologia di soci (amministrazioni sanitarie, Regione ed Enti locali e altre pubbliche amministrazioni) con conseguente rappresentanza di ciascun comparto nel Cda; criteri di controllo sulla qualità, l’efficacia, l’efficienza e la congruità dei servizi e livelli di servizio.
Per quanto riguarda l’area provinciale di Modena, il rappresentante degli Enti locali è stato selezionato dall’Assemblea dei sindaci e viene investito dei poteri rappresentativi mediante un mandato collettivo. È anche istituita una segreteria tecnica con i rappresentanti degli Enti locale per condividere e discutere le materie oggetto di deliberazione da parte del Comitato di controllo analogo.
Per garantire una maggior aderenza dell’assetto di governance proprietaria di Lepida al modello “in house”, alcuni Comuni capoluogo, fra cui Modena, hanno chiesto di introdurre nello statuto un espresso vincolo per gli amministratori di agire conformemente alle direttive impartite dai soci. Tale limite, nei fatti sinora rispettato, non era però indicato in statuto, il che avrebbe potuto condurre a un diniego dell’iscrizione della società nell’elenco “in house” istituito dalla legge e la conseguente impossibilità di operare mediante affidamenti diretti. Negli ultimi incontri, avvenuti nel mese di marzo, le modifiche sono state condivise anche con la Regione e dovranno poi essere apportate allo statuto.