Una biblioteca, un teatro, un centro d’ascolto, una mensa per i poveri. Luoghi che cambiano e mutano la geografia sociale e i rapporti umani, incentivando la diffusione della cultura, della conoscenza e le occasioni di incontro e di scambio. Con attenzione ai più deboli.
È il risultato del bando Cresco, attivato due anni fa dalla Fondazione Manodori per promuovere progetti a forte ricaduta per la comunità, nato da un accordo con Banca Prossima, l’istituto del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicato esclusivamente al mondo del no profit, per favorire l’accesso al credito agli enti e alle organizzazioni no profit.
“Cresco – ha spiegato il presidente della Manodori, Gianni Borghi – è uno degli strumenti innovativi che la Fondazione Manodori ha messo in campo in questi anni a supporto delle fragilità sociali diffuse. In un momento delicato e complesso come quello che stiamo attraversando, riteniamo che possa essere di particolare interesse per chi interviene sui bisogni più rilevanti avere un appoggio per ottenere il credito necessario a far decollare idee a favore della comunità. Un modo per moltiplicare il valore sociale degli investimenti”.
L’obiettivo è quindi incoraggiare iniziative e servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione, puntando all’inclusione e all’integrazione di soggetti a rischio di emarginazione, all’avvio di imprese sociali o culturali, alla collaborazione e alla condivisione tra soggetti diversi.
Monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, è intervenuto sui progetti. “Per la Diocesi e per tutte le nostre parrocchia, il fondo nato grazie all’accordo tra Fondazione Manodori e Banca Prossima è una grandissima opportunità. Ci permette di realizzare ambiziosi progetti di grande valore sociale e, cosa a cui tengo molto, li rende operativi in un tempo ragionevolmente breve. Abbiamo ricevuto proprio in questi giorni la buona notizia che le prime domande presentate attraverso il bando Cresco sono state accolte e approvate”.
“I progetti che verranno avviati – prosegue – sono l’ampliamento del Centro di Ascolto del Centro Storico, la realizzazione della Biblioteca Capitolare nel Palazzo dei Canonici e la ristrutturazione della Mensa del Vescovo. Dopo il restauro degli uffici della curia, dei piani nobili del vescovado e dell’archivio diocesano, con questi progetti andiamo a riqualificare importanti spazi del complesso che ruota attorno alla nostra Cattedrale.
La biblioteca sarà un gioiello che verrà ridonato alla città, la Mensa del Vescovo e il Centro d’ascolto offriranno ai più bisognosi un luogo dignitoso e accogliente. Si tratta di un investimento complessivo di circa 450 mila euro che sarà reso possibile dal progetto Cresco. Un sentito grazie alla Fondazione Manodori e a Banca Prossima. Ovviamente i progetti saranno realizzati grazie alla generosità dei fedeli e di tutta la comunità. È nostra intenzione concludere i lavori nel corso del 2019”.
In totale, sono quattro i progetti finanziati in questa fase per il territorio reggiano. Tre riguardano appunto il recupero e un nuovo utilizzo di strutture in centro storico a Reggio Emilia. Il centro d’ascolto contro la povertà gestito dalla Caritas servirà anche per avviare un contatto diretto con le persone o le famiglie in difficoltà e fornire un primo aiuto.
Allo stesso modo, la sistemazione dei locali che ospitano la Mensa del Vescovo migliorerà la gestione del servizio per garantire un pasto agli indigenti per tutto l’anno.
Di rilievo, il restauro dei locali ora in disuso della Biblioteca dei Canonici e della Sala del Consiglio che si affacciano su piazza Prampolini. Un tesoro di immenso valore storico e culturale, ora inutilizzato, di 12mila volumi antichi, molti del Cinquecento, che verranno messi a disposizione della consultazione pubblica, delle scuole e degli storici, con la possibilità di presentazioni di libri e incontri culturali. La Biblioteca Capitolare è nata intorno all’anno Mille dalla necessità di raccogliere libri e manoscritti legati alla presenza di una scuola del Capitolo nella struttura ecclesiastica reggiana. Le raccolte, lungo i secoli, si sono arricchite di importanti donazioni e lasciti. Nel Cinquecento, la nuova sede della biblioteca è stata collocata nella parte più nobile del Palazzo dei Canonici, verso la piazza, e decorata con eleganza signorile in pieno spirito rinascimentale. La struttura è chiusa dal 1953 e senza questo intervento tutto il patrimonio di storia e cultura che custodisce sarebbe rimasto inaccessibile.
Cresco favorirà anche un maggiore utilizzo del Teatro Artigiano di Massenzatico, con l’intento di migliorare uno spazio per incontri, studi, scambio di esperienze, workshop, laboratori didattici. Sede dalla fine degli anni Sessanta di un circolo ricreativo, raccoglie l’eredità di una delle prime ‘Case del popolo’ in Italia, inaugurata nel 1893 da Camillo Prampolini. La ‘Cooperativa Artigiana’ era un complesso che prevedeva uno spaccio aperto al pubblico e un teatro entrambi con una facciata innovativa ispirata allo stile liberty, in anticipo sui tempi, progettata da Pier Giacinto Terrachini su modello della ‘Maison du Peuple’ di Bruxelles.
Il Teatro Artigiano ospita anche attività organizzate in collaborazione con l’asilo, le scuole, la Casa Protetta di Massenzatico e iniziative delle associazioni Apro e Grade, che operano in ambito sanitario all’Arcispedale Santa Maria Nuova e su tutto il territorio reggiano.