La storia ci insegna che la migrazione è la cifra dell’umanità. È molto difficile stabilire quale sia la natura umana, e non siamo neanche tanto sicuri che esista, ma se c’è un tratto connaturato all’uomo è il suo spostamento continuo. In passato le migrazioni sono state legate più ai conflitti che, come ai giorni nostri, a un ingresso pacifico di migranti. Nell’Eneide troviamo un popolo che fugge da Troia, città in fiamme, e che si mette per mare e naufraga. Enea è dunque un profugo, un fuggiasco che abbandona la città natia devastata dalle fiamme e dalla violenza degli Achei per salvare la propria vita e quella della sua famiglia. Quella virgiliana è stata una narrazione di disgraziati, di disperati, di gente che aveva perso figli, mogli, mariti, genitori, esattamente come le stesse persone che vediamo sbarcare oggi sulle nostre coste e hanno più o meno seguito le stesse rotte, avuto le stesse sciagure.
E intanto Enea, ispirato ad Eneide di Virgilio, andrà in scena al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, sabato 23 marzo alle ore 21.00. Il testo e la regia sono firmati da Tommaso Amadio, in scena vedremo Alessandro Savarese e Daniele Vagnozzi, coadiuvati dalla graphic novel di Michele Basile e dai video di Daitona Produzione. Gli arrangiamenti musicali e il testo del rap sono degli stessi Daniele Vagnozzi e Alessandro Savarese, la produzione è del Teatro Filodrammatici di Milano.
Quando si pensa all’Eneide uno dei primi confronti che viene da fare è quello con il viaggio di Ulisse. È noto che Virgilio si ispirò e attinse a piene mani dalla tradizione omerica ma per quanto le analogie siano molte, altrettante sono le profonde differenze che dividono queste due storie. Se da una parte infatti entrambi condividono il destino di un viaggio lungo e pieno di pericoli, dall’altra è profondamente diverso lo scopo che li muove a questo viaggio: Ulisse spinto dal desiderio di tornare a casa, una casa conosciuta e anelata da anni, Enea da quello ben più complesso di andare alla ricerca di una casa.
Ulisse è un arciere che ha chiaro il suo bersaglio; Enea il bersaglio lo cambia continuamente. Ulisse è un conquistatore che fatica a ritrovare la strada di casa; Enea un esule che carica i propri affetti sulle spalle alla ricerca di un luogo in cui ricostruirsi una vita.
Negli ultimi anni si è spesso associato questi due poemi al dramma dell’immigrazione. Se per l’Odissea temi principali rimangono comunque il viaggio e il nostos, il ritorno epico di Ulisse, nel caso dell’Eneide molte sono le finestre che si possono aprire. E intanto Enea partirà dalle parole immortali di un grande classico per aprirsi alle contraddizioni di un’attualità che spesso ci sfugge e talvolta spaventa.
Il Filodrammatici racconta, a suo modo e senza pretese, le stratificazioni intellettuali che la contemporaneità ci pone davanti. Che si tratti di drammaturgia curata dal duo Amadio/Fornasari o scritta da autori stranieri e nazionali, la lezione scespiriana è stata raccolta cercandola nella realtà del quotidiano. Con questo spirito sono stati portati in scena tanti spettacoli amati dal pubblico, da Parassiti fotonici a N.E.R.D.s – sintomi, da girotondo.com a Collaborators a Il turista. Anche quando si esplorano i mostri sacri della tradizione letteraria ed epica, come nel caso di Iliade, Antigone ed Enea, la cifra artistica non viene tradita, anzi: più la contemporaneità emerge, più viene evidenziato quel processo di universalizzazione che il teatro sa bene raccontare.
Biglietti: 14€ e 12€ per informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatropiccolorologio.com | 0522/383178 | www.mamimo.it | dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13:30, dalle 14:30 alle 18:30 e nei giorni di spettacolo.