La paura della Brexit fa volare del 5,5% nell’ultimo trimestre del 2018 le esportazioni di prodotti alimentari emiliano romagnoli in Gran Bretagna dove è corsa agli acquisti per fare scorte di cibo e bevande italiane per il timore dell’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi con lo scadere del termine del 29 marzo. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti Emilia Romagna sui dati Istat sul commercio estero che negli ultimi tre mesi del 2018 fanno registrare Oltremanica un balzo per l’alimentare tricolore che raggiunge i 116 milioni di euro, rispetto ai 110 del trimestre precedente. Dalle pere al Parmigiano Reggiano gli operatori italiani – sottolinea Coldiretti regionale – segnalano un forte aumento degli ordini per consegne entro il mese di marzo con il rafforzamento dell’ipotesi dell’uscita dall’Unione Europea senza accordo.
Dazi di 24,9 euro al quintale – continua Coldiretti Emilia Romagna – sono infatti pronti a scattare il 29 marzo per le importazioni di tutti i tipi di formaggi grattugiati che colpiscono in particolare le esportazioni di Parmigiano Reggiano in busta e barattolo del nuovo regime tariffario UK all’importazione, ma a preoccupare sono anche le condizioni favorevoli previste per le importazioni da Paesi extracomunitari. Per i Paesi non membri dell’Ue la quota di esportazioni verso il Regno Unito non soggetta a tariffe aumenterebbe infatti dall’attuale 56 al 92% mentre – precisa Coldiretti Emilia Romagna – per i beni in arrivo dall’Unione Europea, che attualmente sono tutti esenti da dazi, con il nuovo regime entrerebbe liberamente in Gran Bretagna solo l’82% dei prodotti. A rischio sono i 483,8 milioni di euro di export agroalimentare emiliano romagnolo che ha raggiunto nel 2018 il record storico.
Senza accordo un problema riguarda anche la tutela giuridica dei marchi a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) dei quali, con 44 prodotti, l’Emilia Romagna detiene il primato continentale. Eccellenze che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione.
“La mancanza di un accordo è lo scenario peggiore perché rischia di rallentare il flusso dell’export, ma a preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane” commenta Coldiretti Emilia Romagna. Un esempio è l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che – conclude Coldiretti regionale – boccia ingiustamente quasi l’80% dei prodotti emiliano romagnoli a denominazione di origine (Dop).