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Il “Gender Pay Gap” al centro di un convegno a Giurisprudenza

In occasione della Giornata internazionale della donna e del centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il Dipartimento di Giurisprudenza e il CUG – Comitato Unico di Garanzia di Unimore, con la collaborazione della Commissione pari opportunità del CUP (Comitato Unitario delle Professioni) organizzano un convegno, lunedì 4 marzo dalle 15.00 alle 18.00, che si propone di analizzare cause e rimedi del “Gender Pay Gap”, il perdurante divario salariale, a parità di lavoro, tra donne e uomini. L’appuntamento è all’Aula convegni del Dipartimento di Giurisprudenza, in via San Geminiano 3 a Modena.

Verrà presentato il “Global Wage Report” 2018/2019 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), che proprio nel 2019 celebra il suo centenario dalla fondazione.

Il Rapporto analizza i dati, riferiti al 2016/2017, di circa 70 Paesi del mondo, i quali raggruppano l’80% dei lavoratori salariati a livello globale. Da esso emerge che il “Gender Pay Gap” è una costante sia nei paesi ad alto reddito che in quelli a basso reddito; secondo l’OIL, “le donne a livello globale continuano ad essere pagate circa il 20 % di meno rispetto agli uomini”, con la differenza che “nei paesi ad alto reddito è alla fine della scala retributiva che il divario di genere è più ampio, mentre nei paesi a basso e medio reddito il divario retributivo di genere è più ampio tra i lavoratori meno retribuiti”. Questa situazione è riscontrabile anche nel caso, abbastanza frequente, in cui le donne siano in possesso di un livello di istruzione superiore rispetto agli uomini.

“Anche se occorre tener conto di alcune circostanze, come l’incidenza del part-time, tradizionalmente maggiore tra le donne lavoratrici rispetto agli uomini – commenta il prof. Alberto Tampieri, presidente del CUG – nondimeno il divario salariale a parità di lavoro è sicuramente ingiustificato, tenuto conto anche di quanto prevede l’art. 37, primo comma della nostra Costituzione, e cioè che <La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore>”.

















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