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Fuori Campo: concluso il progetto con le società di volley contro il “drop out”

Cinque mesi di incontri da ottobre 2018 fino alla scorsa settimana con un unico obiettivo: contrastare il fenomeno dell’abbandono allo sport giovanile, aumentando lo spessore dell’esperienza e mostrando l’ampio ventaglio di emozioni, soddisfazioni, impegni e divertimenti che completano la “semplice” attività in campo. E’ stato un successo la prima edizione di “Fuori Campo – Una risposta innovativa al fenomeno del Drop out”, il progetto tutto modenese organizzato dall’associazione sportiva Young Volley in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Fuori Campo 11, cofinanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Un centinaio sono state le giovani atlete coinvolte in questa iniziativa che ha visto la partecipazione di quattro società del territorio: Volley Sassuolo, Volley San Cesario, Basser Ravarino e Taccini Modena.

L’ORGANIZZAZIONE – In questa prima edizione di “Fuori Campo” si è puntato sulla pallavolo; il progetto ha coinvolto le quattro società sportive e con le squadre giovanili di ogni club sono stati programmati organizzati quattro appuntamenti, proponendo uno schema comune ma con differenti protagonisti. “Incontro col campione” è stata la prima iniziativa, in risposta alla difficoltà a conciliare scuola e allenamenti oltre che sul tema del rapporto con allenatore e compagni: nelle palestre si sono succedute la nuotatrice Cecilia Camellini, la velocista Raphaela Lukudo, il pentathleta Nicola Benedetti e la ciclista Sofia Colinelli, portando il proprio “vissuto”. A novembre è stato il turno della “La merenda dell’atleta”, uno spunto di team building sviluppato per aiutare a superare gli ostacoli della mancanza di divertimento con i compagni, con la partecipazione della nutrizionista dello sport Chiara Mezzetti e la realizzazione di vere e proprie merende sportive. In gennaio è stata la volta di “Teatro in campo”, un laboratorio teatrale finalizzato a permettere di ritrovare la fiducia nelle proprie capacità e a sviluppare il tema della consapevolezza in scena-campo con la collaborazione dell’associazione sassolese Quinta Parete; e per finire in febbraio è stato il turno di “Oggi alleno io”, una proposta focalizzata sul rapporto con l’allenatore così come a contrastare il senso di fallimento individuale che ha visto come parte attiva la psicologa dello sport Valentina Marchesi.

GLI OBIETTIVI – Insomma contro il drop out sono state messe in piedi iniziative numerose e diversificate, che hanno avuto come comune denominatore quello di sviluppare maggiore consapevolezza verso lo sport. Si è lavorato per andare oltre il concetto della partita e per arrivare a far vivere alle ragazze e agli staff tecnici la disciplina – in questo caso la pallavolo – a 360 gradi, rivelando le dinamiche, le difficoltà e soprattutto gli stimoli verso la pratica dell’attività. Tutto ciò è stato compiuto attraverso autentici laboratori, incontri “interattivi” che hanno visto le pallavoliste darsi da fare e acquisendo fiducia e leadership… sempre col sorriso sulle labbra e la palla tra le mani. Senza dimenticare il contributo derivato nella costruzione o, meglio, nella “cementificazione” dei team. Al termine di ciascuna iniziativa le giovani hanno poi fornito un feedback raccontando, attraverso parole chiave, l’esperienza e l’arricchimento successivi alla partecipazione a “Fuori Campo”.

«Il progetto è stato realmente interessante, divertente e le società hanno risposto con entusiasmo – commenta la psicologa dello sport Valentina Marchesi –. Crediamo di aver lasciato una esperienza positiva non solo alle atlete, notandone la felicità al termine dei laboratori, ma anche agli allenatori ai quali abbiamo senz’altro dato un contributo in termini di riflessioni professionali, aiutandoli a capire meglio le rispettive squadre. Nel complesso abbiamo realizzato una sinergia efficace, noi dello staff assieme alle squadre e agli ospiti coinvolti, dando continuità ai vari appuntamenti che hanno interessato le società. Siamo orgogliosi di aver portato nelle palestre una buona dose di creatività, introducendo “sotto rete” elementi e argomenti che non sempre in campo trovano spazio, augurandoci di aver contribuito ad aumentare lo spessore dell’attività sportiva stessa».

















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