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Modena, FIESA-Confesercenti su variante PSC

“È una domanda, quella che ci poniamo: ma la variante al PSC vigente di Modena, quella destinata ad aumentare la superficie di vendita delle medie strutture alimentari, portandola  da 1500 mq a 2500 mq, risponde agli interessi del commercio alimentare di prossimità?” A chiederlo è il Presidente Provinciale di FIESA-Confesercenti Modena e Presidente Nazionale Assofrutterie, Daniele Mariani.

“Io, e come me tanti operatori, sono fermamente convinto di no – continua Mariani – Anzi, credo che di fronte alla forte stagnazione dei consumi, il cosiddetto occhio di riguardo sia solamente indirizzato alla Grande Distribuzione Organizzata, oltre che agli interessi immobiliari dei costruttori. Sappiamo che legare i movimenti economici all’edilizia è un vizio tutto italiano, ma la realizzazione del “bene comune” passa dal continuo ampliamento di superfici commerciali? Senza contare che, al di là del precedente che verrebbe a crearsi, questi nuovi ampliamenti produrranno traffico maggiore e di conseguenza inquinamento maggiore. A mio parere, ma riscontrabile anche tra tanti piccolissimi imprenditori modenesi, si è persa l’attenzione verso i piccoli esercizi commerciali di vendita di generi alimentari di prossimità. Come pure all’importante ruolo di presidio, non solo economico, ma anche sociale che questi svolgono con la loro attività e lavoro.”

“Mentre, si continuano ad autorizzare nuove aperture di medio-grandi superfici di vendita – prosegue Mariani – si manca di tener conto del momento – che perdura da tempo – della crisi in cui versa il commercio alimentare ed in particolare della forte stagnazione dei consumi, letteralmente al palo. Senza contare inoltre che questi interventi non porteranno a nuova occupazione, ma solamente a nuove chiusure con perdita di posti di lavoro e con famiglie ridotte in povertà. E Modena non è esclusa da questo processo negativo che in Italia ha visto fino ad oggi la vertiginosa diminuzione di piccoli esercizi commerciali del settore alimentare: oltre 2.800 punti vendita in meno negli ultimi 5 anni (-18%) con una perdita di oltre 5.000 posti di lavoro… a cui si aggiungono, giusto ricordarlo, le minori entrate per lo Stato a partire dall’Iva. Con una popolazione che vedrà nei prossimi anni un aumento di oltre 7 punti percentuali degli over 65, forse più che di concentrazioni di medio grandi superfici di vendita, ci sarebbe bisogno di una rete di esercizi di prossimità diffusa e più qualificata. A meno che l’obiettivo non sia quella di fare sparire definitivamente il piccolo commercio alimentare di prossimità.”

“Coerentemente, mi schiero con le posizioni assunte dell’Associazione a livello modenese dal suo presidente di Area Mauro Salvatori. Mentre, guardando al territorio provinciale e cogliendo situazioni analoghe a quelle del capoluogo, ritengo che i tempi siano maturi per valutare (ed avviare) iniziative utili a fermare queste scelte”, conclude Mariani.

















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