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Ricostruito e rimesso in sicurezza l’argine del fiume Reno a Castel Maggiore

L’argine a Castel Maggiore ricostruito e rimesso in sicurezza in sei giorni e via Lame, la strada che corre parallela al fiume, distrutta e interrotta, anch’essa ripristinata e riaperta al traffico entro questa settimana. Sulla piena di portata eccezionale che il 2 e il 3 febbraio ha portato all’esondazione del fiume Reno nel bolognese e all’allagamento di parte del territorio dei Comuni di Castel Maggiore, Argelato e, in misura minore, di Castello d’Argile e San Giorgio di Piano, oggi ha svolto una relazione in Assemblea legislativa l’assessore regionale alla Protezione civile e Difesa del suolo, Paola Gazzolo, che ha riferito in Aula sui danni provocati, la gestione dell’emergenza, le cause di quanto successo e gli interventi di  ricostruzione. Oltre a confermare l’impegno della Regione sul risarcimento dei danni causati alle persone e alle imprese, intervenendo, se sarà necessario, anche rispetto ai rimborsi non coperti dall’intervento statale, così come successo anche di recente in analoghe situazioni.

I lavori eseguiti

L’intervento di risistemazione dell’argine del Reno, in località Passo Pioppe, si è concluso nella giornata di venerdì 8 febbraio. I lavori di difesa idraulica, realizzati sotto la direzione del Servizio Area Reno e Po di Volano dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, hanno visto impegnati anche i volontari della Protezione civile, che hanno eseguito le operazioni di telonatura dell’argine stesso al fine di garantirne la tenuta ed evitare possibili fenomeni di erosione in caso di nuove piene.

“Si è proceduto con i lavori a ritmi serrati- ha riferito l’assessore- per ristabilire al più presto la sicurezza dell’area interessata dalla rotta e per un rapido ritorno alla normalità della vita quotidiana e lavorativa della popolazione colpita e delle attività economiche danneggiate. Ringrazio i Vigili del fuoco, le forze dell’ordine, tutti gli operatori e i volontari intervenuti nei giorni scorsi e a quelli ancora all’opera per il loro prezioso servizio. In particolare, oltre alla telonatura dell’argine del Reno, hanno aiuto la popolazione a ripulire case e strade dal fango e grazie al loro fondamentale aiuto è stato avviato un progetto particolarmente innovativo che vede all’opera un’equipe composta da psicologi e operatori psico-sociali, anch’essi volontari, per garantire supporto e assistenza alla popolazione”.

Per quanto riguarda via Lame, sono in corso, sempre a cura della Protezione civile regionale, i lavori di risistemazione e riasfaltatura che consentiranno il ripristino della viabilità entro la settimana, secondo la tabella di marcia prevista.

Per quanto riguarda l’assistenza alla popolazione, resterà a disposizione fino a sabato 16 febbraio, un’equipe specializzata di due volontari appositamente formati, psicologi e operatori psico-sociali, a Castel Maggiore e Argelato.

Inoltre, sempre a Castel Maggiore e Argelato, da ieri squadre di geometri stanno operando a supporto dei Comuni per il rilevamento dei danni alle abitazioni, alle attività commerciali, ai fabbricati ad uso produttivo e all’agricoltura, che secondo un prima stima ammontano a 22 milioni di euro in tutta l’Emilia-Romagna per il maltempo di quel fine settimana per le sole opere di somma urgenza e gli interventi di assistenza alla popolazione, di cui 5,8 milioni nel territorio bolognese.

“Ora- ha proseguito Gazzolo- le priorità sono il pieno ripristino della sicurezza, il ritorno alla normalità e il risarcimento dei danni a privati, attività produttive e imprese agricole. A questo proposito è indispensabile che il Governo dichiari al più presto lo stato di emergenza nazionale richiesto il 6 febbraio scorso dal presidente Bonaccini, con lo stanziamento delle relative risorse. La Regione è pronta come sempre a fare la sua parte, mettendo a disposizione fondi per accompagnare i Comuni nei cantieri più urgenti e per risarcire i danni che dovessero rimanere esclusi dagli indennizzi nazionali”.

1.400 volontari della Protezione impegnati negli interventi di soccorso alla popolazione
Nel suo intervento in Aula, l’assessore ha inoltre fornito i numeri dei volontari che si sono prodigati per aiutare le persone in difficoltà nei momenti più drammatici dell’alluvione. Oltre 1.400 gli uomini e le donne della Protezione civile che sono stati impegnati nei giorni dell’emergenza nelle aree colpite, suddivisi in 350 squadre, con kit per il rischio idraulico e idropulitrici; più di 300 gli interventi eseguiti nei comuni di Bologna, Castel Maggiore, Argelato, Castello d’Argile e S. Giorgio di Piano.

“L’Emilia-Romagna si è trovata a fare i conti con un evento straordinario- ha sottolineato l’assessore ricostruendo la dinamica dell’evento calamitoso-; nell’arco di 24 ore si sono registrati picchi di pioggia fino a 350 millimetri, con l’aggiunta del rapido scioglimento della neve caduta nelle zone montane nei giorni precedenti, che ha contribuito ad accrescere l’afflusso di acqua e la rapida saturazione dei suoli. Particolarmente rilevante il dato della piena del Reno, che alle ore 14 del 2 febbraio scorso a Bonconvento, nel momento della rotta, ha raggiunto l’altezza di 12,81 metri, ben 81 centimetri in più rispetto al precedente picco storico del 2014”.

Sulle cause del collasso dell’argine a Castel Maggiore, l’assessore ha riportato quanto sostenuto dai tecnici della Protezione civile nel primo rapporto consegnato nei giorni scorsi, in base al quale l’esondazione è stata causata da una piena di portata straordinaria e l’argine realizzato a protezione del cantiere dove erano in corso i lavori di ricostruzione di quello maestro, essendo più alto, ha contribuito a frenare il deflusso dell’acqua che ha allagato le campagne.

I danni del maltempo nel resto della regione

A completare il quadro dell’emergenza maltempo si aggiungono il gelicidio in Appennino, da Piacenza a Modena; diffusi fenomeni di erosione delle sponde di corsi d’acqua e dissesti su strade comunali e provinciali. Tra i casi più critici, la frana nel Comune di Ferriere, nel piacentino; cedimenti stradali in varie località del parmense; i gravi dissesti a Ventasso e Villa Minozzo, nel reggiano. Chiusa anche la strada “Ospitale” e via Poggio, a Fellicarolo di Fanano (Mo), con l’isolamento di abitazioni e attività produttive. Ancora: a Gaggio Montano (Bo) una frana ha interrotto la provinciale Marano-Canevaccia.

La costa adriatica è stata colpita da una mareggiata sostenuta da venti di scirocco che ha determinato forti erosioni a Lido Volano, Lido Nazioni e Lido Spina sud, nel ferrarese; nel ravennate a Marina Romea, Lido Adriano Cervia, Milano Marittima e, a Cesenatico, in località Valverde.

Le opere per la messa in sicurezza del nodo idraulico bolognese

Più in generale, sulla messa in sicurezza del nodo idraulico bolognese è previsto un piano di opere pubbliche, tra cui la realizzazione di otto casse di espansione, con una capacità di invaso fino a 33 milioni di metri cubi di acqua. Ad oggi sono stati finanziati cantieri per un ammontare di 40 milioni di euro, di cui 23 stanziati dallo Stato e 17 dalla Regione.

“La strategia è delineata- ha concluso Gazzolo- ora servono risorse certe, pluriennali e costanti nel tempo. Le abbiamo chieste al nuovo Governo, ma in nove mesi non è ancora arrivata alcuna risposta, nonostante le promesse del ministro dell’Ambiente di attivare accordi in tempi celeri con risorse ministeriali. Per garantire tempi certi agli interventi e procedure più snelle va inoltre attribuita la programmazione diretta delle risorse alla Regione, come richiesto nell’ambito della proposta di regionalismo differenziato”.

















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