“Deciso nell’affermare le proprie ragioni e al tempo stesso estremamente paziente nel trasmettere le proprie conoscenze ai colleghi. Visionario, lungimirante”.
Così l’Azienda Usl di Bologna ricorda Mauro Sacchetti, scomparso a soli 66 anni, attraverso le testimonianze dei tanti colleghi che con lui hanno condiviso il lungo lavoro che ha condotto all’attuale sistema di emergenza territoriale del 118 a Bologna e in Emilia Romagna.
Mauro Sacchetti negli anni 70 prestava servizio come volontario soccorritore nella Croce Italia e quella esperienza gli fece decidere di diventare infermiere. Da lì fu chiamato a far parte di Bologna Soccorso, il gruppo di professionisti che aveva il compito di progettare, attorno ad una Centrale Operativa Unica, un sistema coordinato di gestione dell’emergenza sul territorio. Era l’alba del 118.
Senza smettere di prestare servizio sulle ambulanze e poi anche sull’elisoccorso, in quel gruppo Sacchetti seguiva il settore della tecnologia e da subito comprese l’importanza che l’informatica avrebbe ricoperto nella circolazione delle informazioni. Fu lui ad introdurre in Centrale i primi personal computer, ad approfondire il linguaggio Basic, erano gli anni Ottanta, e soprattutto a lavorare perché vi fosse una integrazione tra i vari sistemi di telefonia, radiocomunicazione e informatici, così da ottenere la circolarità dei dati.
Negli anni 90 integrò il sistema dei cercapersona e dei primi cellulari con quello della centrale Operativa e all’inizio del nuovo Millennio introdusse, primo in Italia, il VOIP come sistema di fonia per il 118. Una scelta poi condivisa da tutte le altre centrali 118 del Paese.
Uno sguardo attento, quello di Mauro Sacchetti, verso l’innovazione tecnologica, una risorsa da applicare immediatamente nel concreto per far progredire il sistema 118 e quindi garantire, sempre più, sempre meglio, la salute dei cittadini.