Sono in corso i lavori condotti dalla società Cambiamo per realizzare ulteriori 28 alloggi per 52 posti letto, oltre a spazi condivisi per studio e cohousing, presso il complesso RNord che già ospita lo Studentato Paolo Giorgi; con Unimore il Comune sta anche pensando di destinare agli universitari alloggi ristrutturati o in corso di ristrutturazione nelle torri dell’edificio. Ma in futuro altre residenze potrebbero essere ricavate in centro storico, nell’edificio in via Bonaccorsa che l’amministrazione comunale sta acquisendo dal demanio e si valuta anche di utilizzare l’ex sede Tommaso Pellegrini in via Contrada, oltre che il raddoppio dello studentato presso il campus universitario cercando di coinvolgere investitori privati.
Sono queste le ipotesi più accreditate a cui sta lavorando l’Amministrazione comunale, insieme agli altri soggetti interessati, per rispondere alla crescente domanda di alloggi per studenti e lavoratori fuori sede e, al tempo stesso, con agenzie immobiliari e associazioni dei piccoli proprietari si trovano modi per agevolare la locazione agli studenti, come ha fatto sapere l’assessore a Scuola e Rapporti con l’Università Gianpietro Cavazza rispondendo giovedì 7 febbraio in Consiglio comunale a due interrogazioni.
Entrambe le istanze sottolineano “la crescita media dei neo-immatricolati all’Ateneo di Modena superiore al 10% negli ultimi tre anni” e l’Accordo sottoscritto tra Comune, Università, Ergo e Fondazioni San Filippo Neri e Collegio San Carlo per lo sviluppo del sistema di accoglienza.
Per il Partito democratico, Federica Venturelli ha quindi chiesto “se si prevedono altre collaborazioni con enti pubblici e privati per individuare soluzioni strutturali all’accoglienza degli studenti universitari fuori sede, che possano favorire lo sviluppo di Modena come città universitaria” e “se sono stati individuati nuovi spazi per altre residenze universitarie”.
Vincenzo Walter Stella di Sinistra unita Modena ha chiesto il numero effettivo di alloggi sfitti ed inutilizzati a conoscenza dell’Amministrazione, la distribuzione geografica e quanti di questi siano fruibili. Ha inoltre domandato “a che punto è la definizione fra Comune, Unimore, Agenzia casa e Acer delle forme contrattuali legali e regolate tra studenti e proprietari di case o società di gestione di alloggi, sul modello dei patti concordati tra proprietari e sindacati, richieste da una mozione approvata dal Consiglio; se e con quali altre iniziative l’Amministrazione si è attivata per trovare soluzioni al problema”.
L’assessore ha spiegato che si stima siano circa 6 mila gli alloggi inutilizzati a Modena, pari a circa il 6% delle unità ad uso residenziale censite, ma si tratta di stime ottenute per approssimazione incrociando il totale degli alloggi non occupati da residenti con i dati ottenuti da Hera relativi ad alloggi senza consumi o con consumi talmente bassi da far supporre che siano usati solo occasionalmente. Per altro i dati sono relativi al 2017, pur ritenendo che nel 2018 gli alloggi non occupati siano diminuiti per effetto dell’aumento di studenti universitari e turisti, come conferma l’aumento degli alloggi occupati dai residenti (unico dato certificato dall’ufficio Statistica del Comune) che sono passati dai 78.132 del 2017 ai 78.631 del settembre 2018. Contando anche gli 8.586 alloggi non occupati da residenti ma con consumi, arrivano a 86.718 gli alloggi stabilmente occupati. Quelli con contatore senza consumi o chiuso sono 3.365 pari al 3,5%; se si considerano anche quelli con bassi consumi (1140) sarebbero complessivamente 4.505 (4,8%) gli alloggi inutilizzati, che arrivano a 5.941, quindi a circa 6 mila, aggiungendo il 50 per cento dei 2.873 che costituiscono lo scarto tra gli alloggi censiti dal Comune nel 2017 (94.100) e quelli risultanti dai dati Hera. Lo scarto è dovuto a non coincidenza del momento della rilevazione, a ritardi nel trasferimento dei dati e a unità accorpate che non si sono trasformate in modifiche catastali. Del totale degli alloggi inutilizzati, 870 si trovano in centro storico; 923 in abitati esterni e aree sparse; 4.148 nella prima periferia e centro urbano.
Dei circa 6.000 alloggi sfitti, il Comune stima che solo una quota sotto al 4%, cioè circa 3600 siano messi sul mercato, a causa della percentuale che non viene mai messa sul mercato e di quella sospesa per interventi in corso o fallimenti in atto.
Cavazza, ricordando che Agenzia casa non si occupa di studenti e Acer gestisce il patrimonio Erp, ha spiegato che le associazioni dei piccoli proprietari e degli inquilini hanno sottoscritto un accordo territoriale con cui è stato regolata la locazione parziale, cioè di una camera o un posto letto e col nuovo regolamento sull’edilizia convenzionata si è anche introdotta la possibilità per Peep e edilizia convenzionata della locazione verso gli studenti e la locazione parziale. L’assessore ha anche ricordato la vetrina on line come canale prioritario di accesso alle opportunità offerte dalla città di Modena, realizzata nell’ambito dell’accordo tra Comune, Unimore e altri soggetti; il gruppo di lavoro misto che sta cercando, assieme a associazioni di categoria, dei piccoli proprietari e degli inquilini, di individuare soluzioni per agevolare le locazioni agli studenti proponendo integrazioni agli accordi territoriali e la cabina di regia che sta verificando le strategie da mettere in campo. Tra le soluzioni prospettate anche quella di consentire un cambio di destinazione e una riconversione di locali destinati ad uffici per renderli per la locazione agli studenti.
L’interrogante Venturelli (Pd) si è detta soddisfatta della risposta ricevuta, mentre Marco Chincarini di Modena Volta Pagina, ottenendo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, ha chiesto di poter avere la risposta scritta,” per riservarsi di tornare sull’argomento in modo più appropriato visto che dei dati forniti dà una lettura completamente diversa”.
Il consigliere Stella (Sum) ha ringraziato l’assessore per la risposta puntuale con “l’unico rammarico che si faccia veramente fatica a convincere i proprietari di alloggi sfitti a darli in locazione e studenti e lavoratori fuori sede. Il cambio di destinazione d’uso degli uffici – ha precisato – era una possibilità contemplata anche dalla mozione approvata dal Consiglio e speriamo si arrivi a costruire una proposta, anche se abbiamo ancora qualche perplessità. Quello della locazione agli studenti è comunque un tema molto sensibile, quindi rivolgo un appello a tutta l’Amministrazione perché si impieghi nella ricerca di soluzioni”.