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Confagricoltura: “Emilia-Romagna prima regione per rischio idraulico con il 92,3% della superficie sotto osservazione”

L’Emilia-Romagna oltre a essere la “regione locomotiva d’Italia” per crescita economica, è anche la prima per rischio idraulico (alluvioni) con una esposizione pari al 92,3% della superficie totale (fonte: Centro Studi di Confagricoltura).

«Non si può vivere e lavorare perennemente nell’emergenza. Gli enti territoriali responsabili della manutenzione della rete fluviale devono farsi un esame di coscienza: è inaccettabile un cantiere “aperto” nei pressi dell’argine maestro di un fiume in pieno inverno». È duro il commento della presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Eugenia Bergamaschi, che non le manda a dire dopo l’esondazione del fiume Reno a Castel Maggiore, nel Bolognese, proprio nel punto in cui, pare, vi fosse un cantiere in essere, peraltro di rilevanza strategica per la tenuta dell’argine.
«Il Reno è esondato; la via Emilia è stata chiusa tra Modena e Bologna per la tracimazione del Tiepido e per le criticità legate al fiume Panaro. La macchina dei soccorsi ha funzionato bene e un grazie di cuore va ai volontari della Protezione civile. Ma la popolazione vuole sentirsi sicura: è un suo diritto», dice chiaro Bergamaschi.
E conclude: «Fare presto chiarezza sulle responsabilità è ora di primaria importanza per ottenere il risarcimento del danno alle colture e alle strutture delle aziende agricole coinvolte nel disastro».
Infine, si sottolineano con soddisfazione passi in avanti sul fronte degli investimenti destinati alla prevenzione. Come riporta il Centro Studi di Confagricoltura, con l’attivazione (Governo Renzi, 2014) del programma Italia Sicura, sono stati elaborati dalle Regioni progetti per 24,3 miliardi, di cui circa 10 miliardi (40%) effettivamente disponibili. Con la manovra finanziaria 2019 sono stati stanziati ulteriori 900 milioni l’anno per il triennio 2019-2021, nel quadro di un investimento complessivo di più lungo periodo di 6 miliardi. Al finanziamento statale si aggiungerà quello delle Regioni. Però, se l’attuale andamento meteoclimatico si confermerà nei prossimi anni, è prevedibile che la spesa per riparare i danni continuerà ad essere largamente superiore agli investimenti destinati alla prevenzione.

















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