«Il Governo deve ascoltare i distretti come quello modenese che in questa fase difficile dell’economia rappresentano una ricchezza decisiva per affrontare le sfide del futuro. Per questo occorre mettere al primo posto delle strategie nazionali la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali, come la Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo, e gli investimenti pubblici produttivi».
Sono state le infrastrutture il tema al centro dell’incontro che si è svolto nella serata di martedì 22 gennaio, nella sede della Provincia di Modena, tra il presidente Gian Domenico Tomei e la parlamentare Beatrice Lorenzin, eletta nel modenese lo scorso anno.
«Il territorio modenese – ha aggiunto Lorenzin – per mantenere e migliorare la propria competitività sui mercati mondiali non può fare a meno delle grandi infrastrutture, peraltro attese da tempo come la Cispadana e la bretella Campogalliano-Sassuolo a cui aggiungo la complanare fino al casello di Modena sud e il potenziamento del passante di Bologna; sulla realizzazione di queste opere ho anche sollecitato il Governo e il ministro Toninelli durante un question time in aula», mentre Tomei ha ribadito l’impegno della Provincia per completare la Pedemontana, «arteria fondamentale nei collegamenti est ovest del territorio provinciale che fa parte di una strategia più complessiva di cui fanno parte la Cispadana e la bretella».
Si è parlato anche del futuro delle Province e della necessità di avviare al più presto un confronto in Parlamento sulle funzioni e le risorse necessarie per garantire una corretta manutenzione delle strade e delle scuole.
Su questo tema Tomei intende sensibilizzare tutti i parlamentari modenesi ai quali ha inviato una lettera per sottolineare che «la discussione sull’abolizione delle Province appare superata dai fatti e dalla esigenza di mantenere un ente intermedio di riferimento, soprattutto a sostegno dei Comuni più piccoli».
Ogni giorno, ricorda Tomei «gestiamo 1100 chilometri di strade provinciale e le scuole superiori per oltre 33 mila studenti, tutto ciò nonostante i tagli che hanno trasformato la Provincia in ente esattore per lo Stato».
La Provincia di Modena, infatti, solo nel triennio 2015-17 ha dovuto trasferire alle casse dello Stato oltre 100 milioni di euro, provenienti da tributi versati dai cittadini modenesi che, in base ai principi dell’autonomia impositiva, avrebbero dovuto rimanere sul territorio.