I dati pubblicati circa gli accessi agli uffici dei servizi sociali del Comune di Sassuolo, sia quelli quantitativi che qualitativi, dovrebbero preoccupare ed interrogarci sulle cose da fare per dare risposte adeguate ai bisogni della collettività sassolese, che non dimentichiamo è una città, con livelli di vita e produttivi, perlomeno così dicono studi e statistiche , europei.
Nonostante la presenza e sforzi della componente politica titolare del servizio sociale e dell’apparato burocratico, la risposta non possiamo considerarla soddisfacente, a partire dalla continua diminuzione dei fondi assegnati dal bilancio.
Per avere una più esatta conoscenza della situazione quali/quantitativa di competenza di Sassuolo, sarebbe buona cosa fare un bilancio coordinato con l’altra istituzione che si occupa della politica sociale, chiamata Unione dei Comuni del Distretto modenese della Ceramica ed alla quale il Comune di Sassuolo ha delegato importanti settori del Sociale.
Abbiamo già avuto modo di documentare che a Sassuolo ci sono segnali preoccupanti dal punto di vista sociale, visto che circa 10.000 cittadini contribuenti su 29.148 denunciano ai fini dell’imposta IRPEF un reddito inferiore ad euro 15.000 e nonostante le tasse al massimo consentito si continua a foraggiare una società chiamata SGP piena di debiti , con servizi modesti ma per qualcuno fonte di consenso elettorale.
Crediamo che sia giunto il momento di fare scelte politiche programmatiche di livello strutturale nel settore sociale, partendo dall’uscita dalla gestione dell’ Unione dei Comuni, considerata burocratica e fallimentare.
E’ uno degli impegni politici/programmatici che metteremo sul tavolo di maggio.
(Mario Cardone, Socialisti e Municipalisti Sassuolo)