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Processionaria del pino, primi interventi per contrastarne la diffusione

   È tempo di intervenire per il contenimento della processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), un lepidottero defogliatore da anni presente sul territorio della provincia di Modena. L’insetto provoca danni alle piante – solitamente le aghifoglie, dove si collocano i nidi – ma è dannoso anche per uomo e animali a causa del potere urticante delle larve.

Gennaio è il mese più indicato per avviare gli interventi di monitoraggio e distruzione dei nidi, ubicati all’estremità dei rami: un’operazione prevista per legge ed eseguita dagli enti locali (diverse le ordinanze sindacali emesse negli ultimi giorni) per le aree pubbliche ma rivolta anche ai privati nelle aree verdi di loro competenza.

È di fondamentale importanza, dunque, l’apporto di ciascuno affinché l’azione di profilassi e contenimento sia efficace, contribuendo così a ridurre il rischio sanitario che si manifesta nei mesi primaverili, quando le larve, ormai mature, abbandonano gli alberi e raggiungono il terreno formando una processione che dà il nome all’insetto.

Cosa fare?  

L’Azienda USL di Modena rinnova l’invito a ogni singolo cittadino ad intervenire nelle aree di proprietà, ma anche a segnalare l’eventuale presenza di larve agli uffici comunali preposti, che predispongono interventi mirati qualora si ravvisi una diffusione massiva del lepidottero.

La Processionaria del pino

È un lepidottero defogliatore che deve il suo nome alla caratteristica abitudine delle larve di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.

L’insetto compie una generazione all’anno passando da una fase in cui vive sugli alberi ad una successiva durante la quale lo si ritrova interrato allo stadio di crisalide. La trasformazione da crisalide ad adulti, con la loro fuoriuscita dal terreno, avviene in estate. La vita della farfalla adulta dura 1-2 giorni e termina con la deposizione delle uova che schiudono all’inizio dell’autunno. I bruchi che fuoriescono salgono sugli alberi dove costruiscono nidi con una sottile ragnatela di fili bianchi; sono ubicati all’estremità dei rami, preferibilmente di aghifoglie, in posizioni soleggiate e ospitano 150-200 bruchi. Al raggiungimento della maturità, le larve abbandonano le chiome degli alberi incolonnate in una lunga “processione d’incrisalidamento” per raggiungere il suolo, dove si interrano per formare i nuovi bozzoli.

Le larve sono dotate di peli urticanti a forma di piccoli arpioni che vengono lanciati nell’aria in caso di pericolo e che possono penetrare nella pelle o essere inalati da animali e uomo; a seguito della rottura del pelo si libera una proteina che può causare dermatiti, irritazioni cutanee, reazioni allergiche e infiammazioni delle mucose.

Ai sensi del D.M. 30 ottobre 2007, interventi di lotta alla processionaria risultano obbligatori solo se vengono emanate specifiche disposizioni di lotta fitosanitaria qualora l’insetto rappresenti un rischio per la sopravvivenza delle piante o per la salute delle persone.

















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