Migliaia di imprenditori a Milano hanno detto sì. ‘Quelli del sì’ è la manifestazione organizzata da Confartigianato Lapam. Anche da Modena è partita una delegazione di imprenditori, artigiani e commercianti in primis, “per dire al Governo e alle istituzioni che il futuro non si ferma, che indietro non si torna, che bisogna ascoltare la voce delle imprese e servono politiche a sostegno del mondo produttivo rappresentato per il 98% da artigiani, micro e piccoli imprenditori. Perché lo sviluppo delle imprese è lo sviluppo del Paese”.
“C’è un’altra Italia, che non dice no. E’ quella che, grazie a Confartigianato, si è trovata a Milano per dire sì – afferma il Presidente Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi -. Da Modena siamo partiti per dire sì alle grandi opere infrastrutturali indispensabili per il nostro territorio: Cispadana e Bretella, con il collegamento al polo logistico intermodale di Marzaglia, ma anche il Passante di Bologna. Le code quotidiane nell’attraversamento di quel nodo costano troppo tempo e denaro alle imprese manifatturiere del nostro territorio”.
“Non si tratta di fare quello che non serve – ribadisce il Segretario Lapam Confartigianato, Carlo Alberto Rossi -, ma di essere consapevoli che vi sono infrastrutture strategiche per lo sviluppo del Paese. Le imprese, che devono fare i conti con aziende concorrenti di tutto il mondo, hanno bisogno di poter contare su una rete viaria, ferroviaria e digitale all’altezza della sfida che si trovano davanti. La politica del ‘Nimby’, not in my backyard, ovvero non nel mio giardino, ha bloccato il Paese troppo a lungo. E’ tempo di accelerare sulla strada di una crescita sostenibile, anche sotto il profilo ambientale”.
Tra i tanti sì quello agli investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali indispensabili per far muovere il Paese. Lapam Confartigianato dice “sì, quindi, a efficaci collegamenti nazionali e internazionali, alle grandi opere strategiche per far viaggiare le persone e le merci. Sì a reti e connessioni per il trasferimento dei dati e della conoscenza. Sì a un fisco più equo e alle autonomie regionali. Sì anche ad una pubblica amministrazione che funzioni e sia attenta alle esigenze dei cittadini. Sì ad un mercato del lavoro che valorizzi il merito e le competenze incrociando le necessità competitive delle imprese. Sì all’apprendistato e a un lavoro creato dalla crescita e non da sussidi. Sì ad una giustizia civile rapida ed efficiente. Sì all’Europa con l’euro moneta comune”.