Venerdì 30 novembre alle ore 21 al Drama Teatro di Modena, in viale Buon Pastore 57 (dramateatro.wordpress.com/digiunando-davanti-al-mare) andrà in scena “Digiunando davanti al mare. Se l’occhio non si esercita non vede, se la pelle non tocca non sa, se l’uomo non immagina si spegne”, una produzione di Principio Attivo Teatro, in replica anche sabato 1 dicembre.
Lo spettacolo di Francesco Niccolini per la regia di Fabrizio Saccomanno con Giuseppe Semeraro, è realizzato con il sostegno dell’assessorato all’Istruzione del Comune di Modena in occasione di “Pensando a Danilo Dolci”. La tre giorni di iniziative a cura del centro Memo del Comune di Modena con il Movimento di cooperazione educativa (Mce) e Drama Teatro, partono dalla figura di Danilo Dolci educatore, poeta, sociologo, attivista della nonviolenza e impegnato nella lotta alla mafia per parlare a insegnanti, giovani e all’intera comunità di cittadinanza attiva, di partecipazione e democrazia, del coraggio della denuncia e della responsabilità individuale oltre che collettiva.
“Se è vero che chi tace è complice, anche chi urla lo è. Anche in politica abbiamo bisogno di parole vere, necessarie, buone. Gli slogan, le offese che si impongono senza essere ascoltate, sono antidemocratiche”, lo ha detto il vicesindaco assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza aprendo il seminario “Parole forti, parole non violente” che si è svolto mercoledì 28 al Memo. Giancarlo Cavinato (MCE) ha ripercorso la storia dei grandi pedagogisti tracciando una linea comune a Frainet, Ciari, Lodi, Don Milani, Rodari e lo stesso Dolci: “La volontà e la capacità di dare protagonismo ai loro studenti; l’aver messo in atto esperienze concrete dove la scuola, attraverso lo scambio e la comunicazione, la creatività, l’espressione di sé e di differenti punti di vista, è stata concepita come luogo di costruzione di una reale partecipazione democratica”.
Diego di Masi ha infine condotto il pubblico in una riflessione nello stile maieutico di Dolci alla scoperta delle parole dell’educazione. Ne sono emerse tante come “dialogo, ascolto, curiosità, gentilezza”, ma anche “conflitto, piacere e benessere” e “esempio” quando un’insegnante ha fatto notare quanto gli adulti chiedano ai bambini di essere educati e gentili, ma comportarsi allo stesso modo.
Altre parole chiave dell’iniziativa, come non violenza, legalità, educazione alla cittadinanza, diritti, partecipazione e democrazia confluiranno nello spettacolo che andrà in scena venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre “Digiunando davanti al mare. Se l’occhio non si esercita non vede, se la pelle non tocca non sa, se l’uomo non immagina si spegne” (ingresso 10 euro); tra il pubblico ci saranno anche alcune classi di scuole superiori della città.
Infine, sabato 1 dicembre dalle 10 alle 12 al Memo di viale J. Barozzi 172, si svolge “Disobbediente! Essere onesti è la vera rivoluzione” in cui Andrea Franzoso parlerà ai partecipanti del coraggio della denuncia, della lotta all’omertà e dell’educazione alla legalità nel laboratorio che prende nome proprio dal libro di cui è autore “Il disobbediente”. Il laboratorio sui temi di etica pubblica, integrità, educazione alla responsabilità, disobbedienza civile è rivolto agli insegnanti e intende offrire opportunità di riflessione sulla formazione etica dei ragazzi attraverso la narrazione
Andrea Franzoso è un ex funzionario pubblico che ebbe il coraggio di denunciare gli sperperi di denaro pubblico dei vertici dell’azienda per cui lavorava, diventando punto di riferimento per chi vuole “disobbedire” e denunciare i corrotti. Il suo nome è legato al Whistleblowing che significa letteralmente “soffiare nel fischietto”: come l’arbitro che fischia per fermare il gioco sporco, il whistleblower è colui che denuncia corruzione e malaffare. La legge a tutela dei whistleblower (L.179/2017) è stata approvata grazie al suo determinante contributo, come ha avuto modo di affermare in più occasioni il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone.