Ricercatori di Unimore a capo di un progetto che si propone di incrementare la cultura della prevenzione del terrorismo in Europa. Saranno, infatti, il prof. Massimo Donini, docente di diritto penale al Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, ed il suo team di ricerca che coordineranno il progetto “FIGHTER” – Fight Against International Terrorism. Discovering European Models of Rewarding Measures to Prevent Terrorism.
La lotta contro il terrorismo internazionale è una delle massime priorità sia a livello europeo, sia a livello globale. Per sconfiggere questa minaccia l’UE ha sfruttato soprattutto misure repressive di diritto penale, da tempo oggetto di un processo di armonizzazione “verticale”. Tuttavia, queste misure, sebbene fondamentali, non sono di per sé sufficienti in termini di prevenzione e controllo, come dimostrano i continui attacchi terroristici in tutta l’UE. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l’uso di sole misure repressive limita fortemente la risposta giudiziaria, chiamata a punire in modo afflittivo unidirezionale i terroristi già giudicati, senza disporre di adeguati strumenti coordinati a livello europeo per costruire la lotta al fenomeno attraverso interventi che mirano alla dissociazione o al distacco e alla collaborazione processuale nel quadro di una cultura complessiva che non sia solo dello scontro.
Il progetto di ricerca che ha durata biennale ha ricevuto un finanziamento di oltre 580.000 mila euro ed è inserito nel Justice Programme 2014-2020 dell’Unione Europea.
Il gruppo di lavoro, che sarà gestito e coordinato dal prof. Massimo Donini, vede coinvolte numerose università e docenti di diritto penale, procedura penale e criminologia dell’intera Unione Europea. Al progetto parteciperanno, infatti, il prof. Alessandro Bernardi dell’Università di Ferrara, il prof. Yves Cartuyvels dell’Università Saint-Louis di Bruxelles, la prof.ssa Zlata Durdevic della University of Zagreb, il prof. Julie Alix dell’Università di Lille II, il prof. Helmut Satzger dell’Università di Monaco, la prof.ssa Silvia Allegrezza l’Università del Lussemburgo ed il prof. Manuel Cancio Melia dell’Autonoma di Madrid.
“Siamo lieti di prendere atto di questo secondo successo (in meno di dodici mesi) in ambito europeo del gruppo penalistico. Il progetto “FIGHTER” sulla prevenzione del terrorismo – afferma il prof Massimo Donini di Unimore – tramite lo sviluppo di misure premiali consentirà al gruppo di ricerca modenese di fornire un contributo concreto alla prevenzione del terrorismo internazionale. È un tema difficile da riassumere in una battuta, ad ogni modo l’obiettivo è una analisi della normativa dei principali Paesi UE in tema di misure premiali per i terroristi pentiti o che collaborano, in vista di una migliore armonizzazione del contrasto al fenomeno mediante strumenti non solo di repressione, ma anche di prevenzione individualizzata e operativa anche prima di una eventuale condanna. Non si tratta di uno studio solo di leggi o di prassi europee, ma anche di incontri con le magistrature e gli operatori della giustizia dei diversi Paesi al fine di comprendere ed elaborare strategie, strumenti processuali e sostanziali più adatti. L’esperienza italiana in materia ha storicamente ottenuto buoni risultati e può essere utilmente impiegata come base di riferimento. L’aspetto teorico-scientifico, invece, investe lo studio comparato dei modelli normativi europei in un settore fortemente in tensione tra esigenze di lotta e di tutela dei diritti umani, di neutralizzazione di pericoli, ma anche di rispetto per le garanzie processuali, la certezza dei tipi di illecito e l’equità sanzionatoria di una risposta penale che non sia di mera esclusione”.
La ricerca modenese, sebbene sia ancora da sviluppare, riguarda la possibilità, incentivata dall’ultima direttiva europea del 2017 in materia di armonizzazione delle discipline antiterrorismo, di cambiare punto di vista, e di farlo anche utilizzando l’esperienza italiana delle misure premiali contro il terrorismo “interno” per la prevenzione di quello internazionale.
“La scuola penalistica modenese conferma la sua eccellenza, non solo in campo nazionale ma anche internazionale. – afferma il prof. Vincenzo Pacillo Direttore Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore – E’ un onore per il nostro Dipartimento che sia un collega di Modena, il prof. Massimo Donini, a coordinare un network che include alcuni tra i più grandi e prestigiosi Atenei europei. Sono certo che la ricerca finanziata, che va ad esaminare uno dei fenomeni cruciali della nostra epoca, avrà ricadute importanti non solo sul mondo scientifico, ma anche sulla società civile”.
Massimo Donini
E’ professore ordinario di diritto penale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia dal 1998. Ha svolto (dal 1983) lunghi e costanti periodi di studio presso il Max Planck Institut für ausländisches und internationales Strafrecht di Freiburg (Germania) e presso l’Institut für die gesamten strafrechtswissenschaften di Monaco (Germania), nonché numerosi soggiorni di ricerca e di insegnamento in Cile, Spagna, Colombia, Giappone, Perù. È autore di oltre 180 pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Tra le ricerche già coordinate: 1998-2000 “La riforma del diritto penale complementare” (Murst); 2003 — 2005 responsabile nazionale del progetto di ricerca ministeriale (MIUR) “La riforma del codice penale”; 2007 “L’evoluzione dei Diritto penale nei settori di interesse europeo alla luce del nuovo Progetto di riforma dei Trattati” (Prin). From the harmonisation of Criminal Law to a jus poenale commune, Jean Monnet 2008. Valutazione ministeriale della ricerca: VQR 2011-2015: 2/2 eccellenti; VQR 2004/2010: 2/3 eccellenti 1/3 buono. Il gruppo Unimore di IUS 17 (Diritto penale) si è collocato al primo posto in Italia nelle due selezioni dei prodotti della ricerca dal 2004 al 2011.