La Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) celebra quest’anno la VII edizione del premio intitolato alla memoria del suo fondatore, il prof. Riccardo Francovich, rivolto ai siti e musei presenti sul territorio italiano che rappresentano esempi di buona pratica nella divulgazione e presentazione del patrimonio storico-archeologico dell’età postclassica e medievale.
Candidature
Quest’anno, nella lista dei 6 musei-siti candidati al premio, il comitato scientifico della SAMI ha selezionato il sito di Nonantola con i suoi due Musei: il Museo di Nonantola (Torre dei Bolognesi) e il Museo Benedettino e Diocesano di Arte Sacra (Abbazia di Nonantola).
Votazione Pubblica
I cittadini possono votare on line nella sezione “votazione pubblica” fino al 31 gennaio 2019 accedendo al link
http://archeologiamedievale.unisi.it/sami/premio-riccardo-francovich-2019.
Premiazione
La premiazione del museo/sito che avrà ottenuto il maggior numero di voti è previsto a Firenze, nel febbraio 2019, in occasione della manifestazione “TourismA”, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale.
Progetto di ricerca sostenuto dall’Amministrazione Comunale
Questo importante riconoscimento al nostro territorio deriva dal fatto che Nonantola è stata per più di un decennio al centro di un importante progetto di ricerca archeologica, sostenuto dall’Amministrazione Comunale, che ha preso il via nel 2001 sotto la direzione scientifica del Prof. Sauro Gelichi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Il progetto svolto dall’Università Ca’ Foscari
Nonantola ospita uno dei maggiori complessi benedettini presenti sul territorio nazionale e uno dei cenobi più celebri dell’Europa medievale e si pone come un caso esemplare, insieme a pochi altri (San Salvatore-Santa Giulia a Brescia e San Vincenzo al Volturno a Castel Volturno), nel quadro della ricerca storico-archeologica della nostra penisola.
Il progetto svolto dall’Università Ca’ Foscari, estremamente complesso e articolato, ha indagato non soltanto lo spazio fisico dell’abbazia e delle pertinenze monastiche, ma l’intero borgo con le sue differenti fasi di sviluppo durante l’età medievale.
Lo ha fatto attraverso campagne estive di scavi con gli studenti dell’università su contesti di particolare rilievo (la torre dei Bolognesi e dei Modenesi, piazza Liberazione, Piazza del Pozzo, via Roma, via Marconi, il giardino abbaziale), l’analisi delle fasi costruttive degli edifici medievali presenti nel borgo, ricognizioni di superficie nel territorio di pertinenza comunale, una revisione dell’edito e della cartografia storica, uno studio dell’evoluzione paleoambientale, con particolare riferimento al corso dei fiumi, una lettura delle foto aeree e il censimento degli edifici storici rurali.
La molteplicità di dati storico-archeologici acquisiti in questi anni di lavoro ha trovato una via di espressione attraverso la realizzazione di una serie di attività: sei pubblicazioni scientifiche, l’allestimento di mostre temporanee al Museo di Nonantola e al Museo Benedettino, il costante aggiornamento della sezione medievale del Museo di Nonantola (Torre dei Bolognesi) e la realizzazione della sua aula didattica “Magazzini di Storia”, ampiamente utilizzata per svolgere laboratori storico-archeologici con le scuole, oltre che viste guidate agli scavi e numerose conferenze.
La conclusione del progetto archeologico è stato celebrata ad aprile 2018 con l’importante convegno internazionale “Nonantola e l’archeologia dei monasteri altomedievali in Europa: vecchie questioni, nuove ricerche” e con la presentazione del volume “Nonantola 6. Monaci e contadini, abati e re”. Testo fondamentale per divulgare i risultati scientifici emersi dagli scavi del monastero di S. Silvestro.
Fondamentale riconoscimento per la comunità
La candidatura dei musei nonantolani, che si confrontano con altri importanti siti o musei come, ad esempio, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli o il parco archeologico di Castelseprio e Monastero di Torba a Varese, rappresenta un fondamentale riconoscimento per la nostra comunità dimostrando come, grazie ad un progetto lungimirante e rilevante, lo sforzo di promozione e divulgazione messo in atto da un museo locale possa assumere un posto di rilievo a livello nazionale.