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Confcommercio: TARI, imprese modenesi sempre più penalizzate

«In un contesto regionale dove Modena si conferma città salatissima per una serie di categorie – esordisce la nota di Confcommercio Modena -, è urgente porre un freno all’assoggettamento di aree accessorie e pertinenziali, che nulla hanno a che fare con gli spazi di lavoro, tra quelle utili ai fini della determinazione della TARI, come sta accadendo nel capoluogo a seguito di controlli in atto su diversi pubblici esercizi ed altre attività commerciali e per effetto dell’allineamento, non privo di controversie, tra dati catastali e planimetrie in mano ad Hera: su tale aspetto rimarcheremo, nelle discussioni sui bilanci 2019, anche la necessità di intervenire in modo netto nei regolamenti comunali perché siano chiaramente identificati i locali su cui applicare la Tari, escludendo quelli inutilizzati o destinati a diversa funzione (magazzini, spogliatoi, uffici, eccetera) e perché venga meno una situazione di ambiguità riscontrabile in una serie di regolamenti di altrettanti Comuni, che presta il fianco ad interpretazioni discutibili».

«Modena, peraltro – chiarisce Confcommercio – si conferma uno dei Comuni in Regione dove la tassa sui rifiuti (TARI) è molto pesante per il mondo delle imprese ed in particolare per quelle del mondo della ristorazione, del turismo e dell’alimentare, con differenze dalla media regionale che superano addirittura il 30%: un quadro che dovrà essere corretto, attraverso interventi sui regolamenti comunali e più complessivamente con la messa a gara del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, attesa da troppi anni e perché logiche di concorrenza vera producano il duplice effetto di aumentare la qualità e di abbassare le tariffe a carico di imprese e famiglie».

«Nella città della Ghirlandina, poi, piove sul bagnato, perché tante imprese stanno facendo i conti con un ulteriore problema, che in non pochi casi ha determinato situazioni insostenibili: la mancata possibilità di rateizzare l’importo determinato a seguito di un accertamento, che spesso ha riguardato la rideterminazione delle metrature a cui assoggettare la tassa. In questo caso chiederemo all’Amministrazione Comunale di introdurre la rateizzazione tra le possibilità di pagamento, come previsto in tutti i comuni del Modenese».

Tutto ciò fa il paio con l’annoso problema dei costi della TARI per le imprese, messo a fuoco da una nuova indagine comparativa con i comuni di Bologna, Reggio Emilia e Forlì sui costi della TARI – al lordo di sconti – per una serie di categorie di imprese: ristorazione, caffetterie e pasticcerie, ortofrutta e pizze al taglio, birrerie e hamburgherie.

RISTORANTI, PIZZERIE
Nel segmento di ristoranti e pizzerie, a Modena, con 20,74 €/mq, si paga oltre il 30 per cento in più che a Bologna, l’8,6% in più che a Forlì, mentre Reggio Emilia pratica una tariffa sostanzialmente uguale ( 20,81 €/mq).

CAFFETTERIE, PASTICCERIE
Analogamente, anche per bar, caffetterie e pasticcerie che operano a Modena, la Tari è una vera mazzata. L’aliquota applicata nella città della Ghirlandina (19,90 €/mq) è sensibilmente superiore a quella degli altri territori considerati: il 32% in più rispetto a Forlì (13,47 €/mq), il 22,8% in più rispetto a Bologna (15,36 €/mq), il 14,67% in più di quanto si paga a Reggio Emilia (16,98 €/mq).

BIRRERIE, HAMBURGHERIE
A Modena i titolari di birrerie, pub e hamburgherie sborsano 20,82 €/metro quadrato contro i 15,74 €/mq di Bologna (24,39% di differenza), i 16,51 €/mq di Forlì (20,69% la differenza). L’aliquota è invece la medesima a Reggio Emilia: 20,81€/mq.

ORTOFRUTTA, PESCHERIE, PIZZA AL TAGLIO
Anche in questo caso le differenze sono importanti: a Modena, dove l’aliquota al metro quadro è pari a 24,12 €, gli esercenti sborsano il 33,53% in più dei colleghi di Reggio Emilia (16,03 €/mq) e il 27,57% in più di quelli di Bologna (17,47 €/mq). Allineata a Modena è invece la tassa applicata a Forlì (24,40 €/mq).

«Le differenze», conclude Confcommercio, «mettono a nudo un andamento inspiegabile, più volte denunciato da Confcommercio in questi anni, nell’applicazione delle aliquote, che anche quest’anno chiederemo a tutti i Comuni almeno di congelare».

















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