Sono una decina i bambini e i ragazzi Saharawi, in queste settimane ospiti a Modena, che questa mattina, lunedì 23 luglio, hanno incontrato in Municipio l’assessore alla Cooperazione internazionale Andrea Bosi che ha rinnovato un’accoglienza che dura ormai da parecchi anni.
Il gruppo, composto da ragazzi e ragazzi tra i dieci e i 12 anni, era accompagnato da Fabio Campioli, presidente dell’associazione Kabara Lagdaf che da molto tempo organizza il progetto di accoglienza dei bambini Saharawi in città e provincia, dai volontari dell’associazione e da alcuni accompagnatori, tra i quali un medico che approfitterà della permanenza per un aggiornamento e per rinsaldare i legami con i medici modenesi che seguono il progetto Saharawi.
Nel dare il benvenuto ai ragazzi, “piccoli ambasciatori del popolo Saharawi”, l’assessore Bosi ha ricordato che il “gemellaggio tra Modena e il vostro popolo, che si concretizza nell’ospitalità e nei progetti di assistenza medica, è anche un segno di vicinanza alla causa del popolo Saharawi e al suo diritto a esistere come comunità”. L’assessore Bosi ha anche ricordato che il progetto di accoglienza e di assistenza medica è reso possibile grazie alla rete che si è creata tra le istituzioni e le associazioni di volontariato. Nel pomeriggio di oggi, i ragazzi e i loro accompagnatori parteciperanno a una visita guidata al Duomo e alla Ghirlandina a cura del Coordinamento sito Unesco.
I ragazzi, arrivati all’inizio di luglio insieme a un secondo gruppo sempre di una decina di persone, resteranno nel modenese fino alla fine di agosto; dopo due settimane a Formigine, saranno a Modena fino al 30 luglio, ospitati nella scuola Emilio Po, per poi trasferirsi a Nonantola e infine Montese. Durante la loro permanenza a Modena, grazie alla collaborazione con l’associazione sportiva La Fratellanza, potranno svolgere attività sportive all’interno del centro estivo gestito dalla Polisportiva. I ragazzi stanno inoltre effettuando visite e controlli medici nell’ambito del progetto di assistenza medica che l’associazione Kabara Lagdaf porta avanti fin dall’inizio della sua attività.
Originari del Sahara occidentale, dal 1975 i Saharawi sono costretti a vivere nei territori occupati dal regno del Marocco, che non ne riconosce l’indipendenza, e nei campi profughi allestiti nel deserto algerino.
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(foto di gruppo con l’assessore Bosi)