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Stroncata “azienda familiare” dello spaccio

All’alba di ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Guastalla e quelli della Stazione di Gattatico, supportati da una squadra del 5° Reggimento Carabinieri di Bologna, si sono presentati presso il campo nomadi di Via Antonio Da Genova di Reggio Emilia ove hanno dato esecuzione a sei misure cautelari, quattro degli arresti domiciliari e due dell’obbligo di presentazione giornaliera alla P.G., nei confronti di altrettante persone che, come dimostrato dalle indagini, avevano allestito una vera e propria “azienda a conduzione familiare” dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa è stata avviata a seguito di un precedente intervento eseguito nel medesimo campo nomadi alla fine dello scorso anno. L’8 dicembre 2017, infatti, i militari della Stazione di Gattatico, che avevano raccolto forti indizi circa le attività illecite commesse dagli indagati, si  presentarono alla loro porta ove, con in mano il decreto firmato dal P.M. di Reggio Emilia Dott.ssa Giulia Stignani, eseguirono una perquisizione domiciliare, al termine della quale rinvennero oltre 1 chilo e 200 grammi tra hascisc e cocaina, circa 2.000 euro in banconote da 50 euro false e un fucile senza matricola, traendo in arresto due persone e denunciandone altrettante. Con l’accusa di detenzione illegale di armi i finì in manette R.R., 27enne originario di Bondeno, mentre con quella di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti il 43enne nuorese, A.L., entrambi residenti in via Antonio da Genova. Contestualmente vennero segnalati in stato di libertà il 19enne R.D., per la detenzione del denaro falso, e il 48enne R.R. per la detenzione ai fini di spaccio di 26 grammi di hascisc sequestrati insieme a circa 5.000 euro in contanti ritenuti provento dell’illecita attività.

Quanto verificato nell’operazione del giorno dell’Immacolata ha consentito agli uomini dell’Arma di giungere a nuovi sviluppi. Le indagini successive, infatti, supportate anche da attività tecniche e dirette sempre dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Stignani, hanno reso possibile la ricostruzione del “modus operandi” utilizzato dalla famiglia, da oltre 10 anni, per l’attività di spaccio. Emergeva chiaramente come il punto di riferimento costante per i “clienti” fosse R.R., il quale manteneva, nella maggior parte dei casi, i contatti telefonici con i “clienti” che venivano smistati ai suoi figli o agli altri componenti il suo nucleo familiare. Anche in sua assenza l’attività di spaccio proseguiva in modo continuativo, poiché tra gli attuali indagati esisteva piena coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione del programma delinquenziale, in modo stabile e permanente, tanto da avvicendarsi negli incarichi.

Una figura fondamentale all’interno della famiglia era ricoperta anche da R.S., figlia di R.R., a cui era demandato l’incarico di sostituire il padre nella gestione dello spaccio, dal rifornimento delle sostanze stupefacenti alla distribuzione al minuto, nonché alla gestione dei ricavi.

Al termine degli accertamenti, concordando con gli esiti investigativi, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Emilia ha emesso il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari a carico di R.D., di Rossin Roberto, di R.R. e di R.S., mentre quello dell’obbligo di presentazione giornaliera alla P.G. nei confronti della 56enne P.S. e della 77enne C.G..

Ieri mattina il blitz. Attorno alle ore 07.00, una trentina di Carabinieri si sono presentati al campo nomadi di Via Antonio da Genova ove, contestualmente ai provvedimenti restrittivi, hanno eseguito una nuova perquisizione domiciliare grazie alla quale sono stati rinvenuti ulteriori 100 grammi di hascisc, circa 1.200 euro in contanti, 6 carnet di assegni provento di furto e 2 proiettili.

 

 

















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