Una occhiata ai dati fiscali della dichiarazione dei redditi dell’anno 2016 dei sassolesi, dovrebbero aiutare la politica a fare delle scelte attraverso una Municipalità Umanistica, che privilegia l’ascolto dei cittadini singoli o associati che chiedono servizi celeri, qualificati nonchè interventi strutturali.
I sassolesi che hanno compilato la dichiarazione dei redditi per l’anno 2016 sono stati 29.148 di cui 15.211 lavoratori dipendenti ,10.172 pensionati, 369 professionisti e 2.843 tra artigiani, commercianti,soci di società di persone… ecc. ecc.
Il redditi imponibili IRPEF si attestano in 24.000 euro per i dipendenti, 18.000 euro per i pensionati. 54.000 euro per i professionisti e 21.000 euro per la restante categoria imprenditoriale .
I sassolesi hanno ,inoltre, pagato 10.758.000 di euro di addizionale regionale IRPEF e 4.659.000 di euro di addizionale IRPEF Comunale.
Per le categorie reddituali, spiccano 321 sassolesi che hanno dichiarato redditi superiori a 120.000 euro con imponibile di euro 78.000.000, mentre la “ palude” reddituale tra 15.000 a 75.000 euro è rappresentata da 17.969 soggetti e, con un imponibile di 642.000.0000 di euro, mentre la categoria reddituale da 75.000 a 120.000 è rappresentata da 535 persone e con un imponibile di euro 49.000.000.
Se alle imposte erariali sommiamo la TARI,BOLLI, IVA,ACCISE varie, un Consorzio di Bonifica ,che non bonifica, niente si capisce il perchè la citta è decaduta ed esasperata.
I Comuni non collaborano alla lotta alla evasione fiscale, basterebbe guardare l’ultimo DUP approvato dal Consiglio Comunale (2018/2020) per constatare l’assenza completa, non risultano segnalazioni per il passato ne si programma per il futuro.
Abbiamo già stimato, per l’anno 2014 la percentuale teorica di evasione, rivelabile dalla differenza tra il reddito disponibile e la capacità di spesa…..bisogna andare a vedere chi non fa il proprio dovere fiscale a scapito di chi le tasse le paga sulla busta paga , sulla pensione e fa le fatture e gli scontrini.
Tutti parlano di lotta alla evasione, tutti con buoni propositi ma se andiamo a leggere la relazione della Corte dei Conti… ” pollice verso “sui dati dell’ attività di accertamento, dal punto di vista quali/quantitativa.
Due dati : la maggiore imposta netta accertata per la categoria reddituale delle piccole imprese si è attestata sui 65.000 euro su 144. 887 posizioni controllate. Ma in sede di concordato la maggiore imposta si è ridotta ad euro 14.000.
Che dire per le persone fisiche ed enti non commerciali : su 396.211 controlli, la maggiore imposta media accertata è stata di euro 6.000 definita in sede di concordato in euro 3.000.
Mario Cardone – Socialisti Sassuolo