In un momento delicatissimo per la sicurezza sul territorio nazionale e quello reggiano stiamo assistendo al graduale ma costante di impoverimento di uno dei Reparti che avrebbero dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della Polizia di Stato per il controllo del territorio dell’Emilia Romagna: il Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia. I Reparti Prevenzione Crimine sono stati istituiti con un decreto specifico del Capo della Polizia con il quale sono state indicate le modalità di utilizzo del personale al fine di assicurare sul territorio una presenza efficace dinamica e incisiva a supporto del controllo straordinario del territorio, dell’attività di intelligence e dell’Autorità Giudiziaria.
Per quanto concerne il Reparto di Reggio Emilia, solo per fare un piccolo esempio del lavoro svolto, proprio nella giornata di lunedì due pattuglie, nella Provincia di Piacenza, hanno tratto in arresto due persone, una per detenzione ai fini di spaccio e un’altra per un mandato di cattura internazionale e la settimana scorsa, proprio nella città dove ha sede il Reparto, Reggio Emilia, due pattuglie hanno tratto in arresto una persona per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente e un’altra per uso fraudolento di carte di credito risultate rubate. Nonostante questi ottimi risultati, in questi ultimi mesi il segnale che e arrivato sul territorio Emiliano da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è chiaro e si concretizza grazie all’azione dei Dirigenti dei Reparti Prevenzione Crimine, che localmente si dimostrano assolutamente impotenti a dimostrare una propria autonomia funzionale, che di fatto è stata spazzata via dalle direttive che provengono dalla Direzione del Servizio Centrale. In pratica giorno dopo giorno i Reparti in argomento vengono assimilati ad appendici degli Uffici Prevenzione Generale delle varie Questure presenti sul territorio. Una chiara dimostrazione che la carenza di risorse presente all’interno della Polizia di Stato e soprattutto alle Volanti sta obbligando l’Amministrazione a far convergere il personale sull’attività primarie come quelle del controllo del territorio, poiché le Volanti di tutte le Questure e soprattutto quelle di Reggio Emilia, sono enormemente sotto organico. A questo punto occorre che chi di competenza abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dichiarare fallito il progetto dei Reparti Prevenzione Crimine, dopo gli innumerevoli investimenti di migliaia di euro per mezzi, tecnologia informatica, e addestramento del personale. Non e accettabile che a Reggio Emilia, per esempio quasi 60 poliziotti siano diventati merce di scambio appetibile dei vari Questori d’Italia che sul territorio nazionale hanno bisogno di risorse per tamponare le deficienze acute dei propri organici. L’ulteriore novità negativa sarà quella dell’aggregazione del Reparto di Reggio Emilia a Rimini, con decorrenza 20 luglio 2018, aggregati singolarmente, per andare a rafforzare le Volanti di una località turistica particolarmente affollata. Situazione assurda e paradossale che offende la progettualità professionale insita nel citato decreto d’istituzione dei Reparti Prevenzione Crimine. Impieghi in servizi senza regole sugli orari di lavoro, spostamenti sul territorio nazionale in viaggi che vengono effettuati senza criteri minimi di sicurezza e mansioni lavorative, imposte al personale senza il dovuto addestramento professionale. I Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, dovevano costituire una risorsa strategica al fine di rafforzare l’ordinario dispositivo di prevenzione e controllo del territorio delle Questure. Si poteva contare su queste strutture operative per rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni criminali che destano il maggior allarme sociale, con una “forza di intervento” rapida, elastica e duttile, da poter inviare su tutto il territorio nazionale. Dal 20 luglio a Rimini non sarà più così. Gli operatori verranno inviati singolarmente, senza sapere con quale mansione. Tutto questo sotto gli occhi di Dirigenti assolutamente privi di autonomia funzionale che vengono comandati come automi dal centro e da un servizio che evidentemente ha deciso di stravolgere la professionalità dei Reparti Prevenzione Crimine. Per questo continua la nostra battaglia per cercare di arginare questa deriva, forti dell’importante presa di posizione già assunta dalla Segreteria Nazionale del nostro sindacato, il quale ha chiesto un confronto urgente con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
(Il Segretario Provinciale Giovanni Punzo)