Da oramai oltre un anno si parla della riapertura a Modena del CPR (Centro per il Rimpatrio). E’ di questi giorni la notizia, lanciata a bruciapelo dalla stampa locale, ma diffusa anche a livello nazionale, che il neo Ministro degli Interni Salvini “invierà a Modena circa 30 uomini” per rendere concreta tale riapertura.
Le istituzioni locali, il Prefetto, il Questore e, di recente, il Sindaco Muzzarelli hanno invitato il Ministro in città per un dibattito sul tema, poiché tante sono le domande che esigono risposte concrete e perché chi ha già provato questa esperienza sul territorio, ben conosce le realtà che scaturirebbero dalla riapertura del Centro. Ci vogliono uomini, mezzi e rispetto delle leggi umanitarie, ovvero garanzie sulla qualità della permanenza e sui tempi brevi della stessa.
Il neo Ministro degli Interni ha parlato giustamente di uomini da inviare a Modena, e i Sindacati, al pari delle Istituzioni locali coinvolte, auspicano che non si tratti solo di Forze militari, ma che siano adeguatamente coinvolte tutte le Forze di Polizia, e in particolare gli uomini da convogliare in città devono necessariamente appartenere al Corpo della Polizia di Stato, poiché, nel rispetto della normativa vigente (Decreto del Ministro dell’Interno del 2014 che approva il Regolamento recante criteri per l’organizzazione dei C.I.E./C.P.R.) tale servizio può essere espletato solo ed esclusivamente da personale dotato delle specifiche e necessarie competenze.
E’ assolutamente impraticabile riaprire il Centro con i soli poliziotti oggi presenti nella Questura di Modena, senza dover distogliere il personale da altri compiti già ridotto ai minimi termini causa mancato turnover, oppure pensare di risolvere tutto con il personale addetto al controllo del territorio, con la conseguente e tragica diminuzione della sicurezza dei cittadini modenesi.
In ultimo, ma non certo per minore importanza, bisogna tener conto di tutte quelle manifestazioni che gruppi più o meno organizzati metteranno in essere per esprimere il proprio dissenso alla riapertura del centro, che comporterà un aggravio di lavoro per tutto il personale della Questura.
Anche oggi, come nel passato, le Organizzazioni sindacali che rappresentano la quasi totalità dei poliziotti modenesi, reclamano la necessità di inviare a Modena almeno 60 uomini, affinché non diminuisca la sicurezza dei cittadini e la riapertura del CPR non diventi un ulteriore problema anzichè la soluzione annunciata.
Pertanto chiediamo al Sindaco di Modena un incontro urgente per poter esprimere il nostro parere, da un punto di vista tecnico, sul da farsi prima della riapertura del centro.
(Le Segreterie Provinciali – Bruno Fontana SIULP, Giuseppe Stanziale SILP CGIL, Rocco Caccavella SAP)