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Cgil, Cisl, Uil e Sindacati pensionati: “Ancora un grave caso di maltrattamento su anziani”

“L’ennesimo gravissimo episodio di maltrattamento in una casa famiglia di San Lazzaro di Savena, che ha portato alla chiusura della struttura e all’arresto del titolare, evidenzia l’urgenza di una migliore e più attenta regolazione nazionale e regionale, a tutela di tanti anziani, disabili e soli, ai quali vanno garantiti servizi accoglienti e di qualità”, dichiarano Cgil Cisl Uil e i sindacati pensionati.

“In Emilia-Romagna, negli ultimi anni, si è assistito a un incremento di soluzioni residenziali e di accoglienza per anziani, come le Case Famiglia, che non necessitano di autorizzazione al funzionamento, ma di una semplice comunicazione di avvio attività al Comune di riferimento.

Contemporaneamente è di ieri la notizia della condanna di tre operatrici di Villa Alba a Parma: una sentenza molto importante perché afferma il diritto degli anziani che vivono in queste strutture a essere trattati in modo dignitoso con il rispetto e l’attenzione dovuti.

Cgil Cisl Uil Emilia-Romagna, unitamente a Spi Fnp UilP Emilia-Romagna, da tempo stanno lavorando su questo problema e hanno proposto a Regione e Anci un documento unitario che ha l’obiettivo di regolare il fenomeno nel territorio regionale e di dare ai Comuni, che sono titolari della funzione di controllo e vigilanza, strumenti migliori e più efficaci per esercitare un controllo sostanziale sulle condizioni di salute degli ospiti accolti e sulla qualità della loro vita nelle strutture.

In questi giorni il confronto con Regione e Anci ha fatto un deciso passo avanti che a breve produrrà uno specifico provvedimento, condiviso da Istituzioni e Organizzazioni sindacali, per regolare  in modo omogeneo  e più stringente, in tutto il territorio regionale, le case famiglia.

Un provvedimento necessario e urgente per contrastare con decisione tutti i fenomeni di maltrattamento e per tutelare i tanti operatori e le strutture per anziani che lavorano con professionalità e umanità.

Considerato infatti il livello di qualità della sanità e dei servizi socio-sanitari della nostra regione, riteniamo che casi come questi non si debbano più ripetere”.

















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