Il terziario chiude il 1° trimestre del 2018 con il segno meno su tutti gli indicatori considerati dall’ufficio studi di Confcommercio Modena: numero di imprese, occupazione e volume di affari, ma il dato più eclatante è il calo delle attività nel settore immobiliare. Dall’analisi effettuata sugli ultimi dati Infocamere e su un campione di circa 2.300 aziende associate, il numero totale delle imprese attive nel Terziario in provincia perde 62 unità nel confronto con l’analogo periodo del 2017 e passa così da 16.255 a 16.193 unità, mentre, sul fronte occupazionale il calo è pari allo 0,7%.
COMMERCIO AL DETTAGLIO (incluso quello su area pubblica)
Venendo ai numeri dei più rilevanti settori oggetto di analisi, il commercio al dettaglio in sede fissa ed ambulante in provincia perde 25 unità e le imprese attive nel territorio modenese passano dunque da 6.544 del primo trimestre del 2017 alle attuali 6.519.
«La flessione nel commercio è lieve, ma preoccupa perché inverte la tendenza positiva che avevamo fotografato sul finire del 2017 e che ci aveva fatto pensare potesse essere definitivamente archiviata la più grande e lunga crisi vissuta dal piccolo commercio negli ultimi sette anni», commenta Massimo Gandolfi, dg di Confcommercio Modena: «la prospettiva, poi, è che i numeri, per la città capoluogo, potranno peggiorare nel corso dell’anno a causa degli inevitabili effetti determinati dalle nuove aperture di medie e grandi superfici».
RISTORAZIONE (BAR e RISTORANTI)
Buono il trend rilevato nel comparto della ristorazione, che dunque può tirare un sospiro di sollievo dopo la chiusura in calo nel terzo trimestre del 2017: il numero delle imprese passa così da 3.601 di marzo del 2017 a 3.619 unità. Le 18 attività aggiuntive sono in gran parte attribuibili alla performance della città capoluogo, che rappresenta da sempre il termometro dello stato di salute del settore e dove il numero di attività è salito da 1.073 da 1.084 unità (+11).
MEDIATORI IMMOBILIARI
Fa riflettere il tonfo dell’intermediazione immobiliare: la consistenza numerica degli operatori attivi passa infatti da da 3.066 a 3.020 unità (-46). «Valori, questi», commenta Gandolfi, «su cui andrà fatto un approfondimento in vista dell’indagine che condurremo sul settore immobiliare, visto che i dati parziali sulle compravendite immobiliari raccolti nei primi tre mesi dell’anno erano improntati alla stabilità».
OCCUPAZIONE
Sul fronte occupazionale, si registra una flessione, pari allo 0,7%, relativamente al campione esaminato: circa 2300 imprese associate a cui viene erogato il servizio di tenuta paghe. Nello specifico, diminuiscono i dipendenti dell’1,3%, aumentano i soci collaboratori di una percentuale simile e sono sostanzialmente invariati i collaboratori occasionali ed i tirocinanti, che complessivamente rappresentano circa il 9% del totale degli addetti.
«I segnali che emergono dalla rilevazione effettuata dal nostro ufficio studi», sottolinea Massimo Gandolfi, «delineano un quadro in chiaroscuro ed evidentemente risentono del clima di incertezza che ancora caratterizza anche l’economia modenese e che frena la propensione ad investire da parte dei nostri imprenditori. Prova ulteriore ne è il fatto che le disponibilità liquide sono aumentate del 6,9%: risorse che, in assenza di una ripresa solida del mercato interno, continueranno a non fungere da volano per la crescita dei settori considerati e nel complesso dell’economia locale».