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Modena “blocca” altri 5 milioni di azioni Hera

Il Comune di Modena “bloccherà” altre azioni Hera, circa 5 milioni e 300 mila, nell’ambito del Patto modenese che contribuisce al più generale Patto di sindacato recentemente rinnovato per garantire il controllo strategico pubblico della società. Il Patto prevede un vincolo di intrasferibilità su una quota di azioni di proprietà degli enti locali che rappresenta il 38 per cento dell’azienda. Si tratta di una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale nel 2015.

L’aumento del numero di azioni “bloccate” da parte del Comune di Modena, che arriva ad assoggettarne al sindacato di blocco complessivamente circa 77 milioni e 522 mila su un totale di oltre 97 milioni possedute, si rende necessario per la mancata approvazione del rinnovo del Patto di sindacato da parte dell’Unione Terre dei Castelli che avrebbe vincolato, appunto, 5 milioni e 300 mila azioni.

Lo ha spiegato lunedì 21 maggio alla commissione consiliare Servizi il sindaco Gian Carlo Muzzarelli illustrando la delibera che verrà portata in discussione in Consiglio nelle prossime sedute e che modifica, solo nel numero di azioni che il Comune vincola, quella assunta poche settimane fa con il rinnovo per un triennio del Patto per il controllo pubblico di Hera spa.

Il sindaco ha sottolineato che, comunque, il Comune non prevede alienazioni di azioni Hera e, in ogni caso, ne rimangono trasferibili, con le modalità indicate dal Patto, oltre 19 milioni.

Del Patto relativo all’area modenese fanno parte una ventina di soggetti, tra Comuni e Unioni di Comuni, che grazie alla presenza organizzata continuano a esprimere, tra l’altro, due rappresentanti nel cda dell’azienda.

In occasione del rinnovo, il Comune di Modena aveva già “bloccato” un numero di azioni superiore al precedente (oltre 3 milioni e 600 mila) per consentire ad alcuni Comuni la possibilità di avere azioni trasferibili (Castelfranco, Sassuolo, Formigine, Maranello, Fiorano e Palagano, infatti, ormai erano a zero) o di aumentare la propria quota di azioni da mettere in vendita (è il caso di Pavullo e Serra). Con questo ulteriore “blocco” si va a compensare l’uscita dal Patto modenese dell’Unione Terre dei Castelli senza alterare l’equilibrio generale del Patto di sindacato di cui fanno parte oltre un centinaio di enti locali tra i quali anche le città di Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena, Trieste, Padova e Udine.

















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