“Stiamo preparando e presenteremo in modo documentato e puntuale, nel termine richiesto di 120 giorni, le risposte a ogni singolo rilievo effettuato dagli ispettori del ministero delle Finanze all’operato del Comune nel corso dell’ispezione amministrativo-contabile dei mesi scorsi”. Lo ha detto l’assessore al Bilancio, Finanze e Personale del Comune di Modena Andrea Bosi rispondendo in Consiglio comunale, giovedì 17 maggio, all’interrogazione del Movimento 5 stelle, presentata in aula da Marco Bortolotti, con la quale il gruppo chiedeva maggiori informazioni sull’attività in corso e per quale motivo “non si sia ritenuto opportuno informare il Consiglio dell’ispezione”.
“Siamo convinti – ha sottolineato l’assessore Bosi nella sua risposta – di aver operato come Giunta e come uffici con la massima correttezza in un quadro che ha sempre visto il Comune di Modena sottoscrivere accordi decentrati con le organizzazioni e le rappresentanze sindacali per riconoscere le professionalità, le competenze e l’impegno del personale con l’obiettivo di garantire servizi qualitativamente e quantitativamente adeguati alle esigenze di una città come la nostra. Consegneremo quindi le nostre controdeduzioni – ha proseguito – riaffermando l’autonomia organizzativa e il valore delle relazioni sindacali e degli accordi decentrati sottoscritti nel pieno e sostanziale rispetto delle norme che si sono evolute nel tempo e spesso hanno portato gli stessi organi di controllo a interpretazioni difformi tra loro”.
La presenza degli ispettori negli uffici comunali, ha spiegato Bosi, si è protratta dal 29 maggio al 16 giugno 2017 ma le richieste di informazioni, approfondimenti e documenti sono proseguite fino ad autunno inoltrato. I documenti consegnati agli ispettori sono stati 1643 e la relazione finale degli ispettori è stata inviata al Comune alla fine di marzo.
La relazione degli ispettori evidenzia l’osservanza da parte del Comune dei principi generali che governano il sistema della spesa pubblica, tra i quali per esempio il rispetto del patto di stabilità, la riduzione costante della spesa di personale (calata del 16,2 per cento dal 2011 al 2016, mentre il personale è diminuito di 350 unità), il rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente, i rendiconti finanziari. Non ci sono stati rilievi neanche sulla dotazione organica dell’ente. “È vero – ha spiegato l’assessore – che le posizioni organizzative, dal 2012 al 2017, sono aumentate, passando da 37 a 46, ma contemporaneamente c’è stato un calo significativo dei ruoli dirigenziali, passati da 36 a 26. In questo modo abbiamo rispettato non solo i principi di calo della spesa di personale ma anche quelli della razionalizzazione e dello snellimento delle strutture burocratiche e amministrative”. Rispettati anche tutti i limiti imposti alle assunzioni.
Gli ispettori hanno invece effettuato rilievi nell’ambito della contrattazione decentrata integrativa rispetto all’incremento di risorse variabili per specifici obiettivi di produttività pari a circa 2,5 milioni nel quinquennio esaminato. “Un aumento – ha precisato l’assessore – comune a tutti gli enti locali, tanto che nel nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro, registrato martedì 16 maggio dalla Corte dei conti, si prevede la possibilità di inserire tali importi a fronte della verifica in Bilancio della capacità di spesa”. Un secondo rilievo riguarda l’incremento delle risorse variabili per l’individuazione di nuovi servizi o l’accrescimento di quelli esistenti. Le risorse inserite nel fondo ammontano a circa 900 mila euro su base annuale per un totale di circa 4,5 milioni nel quinquennio ispezionato. “Secondo gli ispettori – ha spiegato l’assessore – non sono state rispettate le condizioni previste dall’Aran poiché si trattava di servizi non nuovi, ma la stessa Aran ha modificato il suo orientamento sostenendo che tali risorse potevano essere inserite anche a fronte di obiettivi di mantenimento. Nel merito – ha sottolineato – quelle risorse sono state destinate all’incremento del servizio educativo e scolastico, in particolare per la fascia di età 0-6; alla sicurezza, garantendo il servizio h24 della Polizia Municipale per 7 giorni su 7; al piano neve; a finanziare la retribuzione di risultato degli incaricati di posizione organizzativa”.
L’assessore Bosi ha infine motivato il mancato avviso al Consiglio affermando che “all’atto dell’ispezione non vi erano elementi che lo facessero ritenere necessario in quanto le attività di vigilanza e controllo dei diversi soggetti istituzionali nei confronti degli enti locali sono molteplici e rispondono alle norme vigenti. Una volta ricevuta la relazione conclusiva si è invece provveduto a illustrare ai capigruppo, in forma riservata, gli aspetti più rilevanti evidenziati dagli ispettori”.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Marco Cugusi, Art.1-Mdp-Per me Modena, ha affermato che la vicenda discende dalla “vergognosa campagna diffamatoria contro i dipendenti pubblici iniziata dal ministro Brunetta. Non dico che il Governo non possa controllare gli enti locali, ma non mi convince che dopo anni di tagli ci contestino le cifre del contratto di secondo livello che sono irrisorie e che ci permettono di riconoscere e valorizzare il lavoro dei dipendenti”. Anche Paolo Trande ha sottolineato che i tagli veri “sono stati quasi completamente a carico degli enti locali” chiedendosi se a Roma sanno “gli sforzi che abbiamo fatto per mantenere i servizi. Il lavoro in più richiesto ai dipendenti deve essere riconosciuto”. Il consigliere ha richiesto infine una commissione di approfondimento e un documento “possibilmente unitario” nel quale “ribadire il principio di autonomia dell’ente locale”.
Marco Forghieri, Pd, si è detto “rassicurato dal quadro emerso. Analizzarlo nelle sedi opportune sarebbe un servizio per i cittadini, ai quali è passato il messaggio che l’Amministrazione ha speso i soldi in modo improprio, e un’operazione che rende giustizia all’operato dell’ente”.
Nella replica il consigliere Bortolotti ha affermato che “il Mef fa bene a fare i controlli”, dicendosi poi d’accordo sul fatto “che si sia demonizzata la pubblica amministrazione. Bisognerebbe – ha aggiunto – attirare l’attenzione di Roma sul fatto che non si possono fare risparmi puntando solo sulla riduzione dei dipendenti, rischiamo di ritrovarci senza il personale necessario per gestire i servizi minimi”. Sulla comunicazione al Consiglio ha commentato che “non farla è stata una scelta politica. Non c’erano vincoli che la impedissero”.
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