“Abbiamo appena festeggiato il 1° maggio che aveva al centro delle rivendicazioni sindacali il tema della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e fra pochi giorni torneremo a celebrare la memoria dei tragici fatti che il sisma del maggio 2012 ha provocato nei posti di lavoro, colpendo fra gli altri, in modo particolare il territorio della Bassa modenese.
Un filo rosso che unisce eventi che hanno lasciato ferite ancora aperte nel mondo del lavoro e in tante famiglie.
La posizione della Cgil fu chiara da subito: una condanna pubblica e molto dura nei confronti di coloro che facevano pressioni sui lavoratori affinché rientrassero negli stabilimenti che, dopo le scosse sismiche, ancora non avevano la certificazione di idoneità alla ripresa produttiva.
La Cgil vuole cogliere questa ricorrenza per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica il valore della legalità e del lavoro regolare, perché è inaccettabile infortunarsi o addirittura morire sul posto di lavoro.
Lo vogliamo fare onorando la memoria di tutte le vittime del periodo drammatico del sisma e di tutte quelle che ogni giorno, continuano ad essere sacrificate sui posti di lavoro in nome del profitto.
Alcuni fatti drammatici del 2012 possono essere considerati simbolo del lavoro di oggi, simbolo di lavoratori precari che per paura di perdere il posto di lavoro sono rientrati nelle fabbriche e il 29 maggio 2012 dentro quei capannoni, hanno perso la vita.
Purtroppo non sempre le Istituzioni sono riuscite a restituire un po’ di pace ai familiari e certamente non è compito nostro entrare nel merito delle sentenze, ma non possiamo neppure evitare di farci carico di un bisogno di giustizia che spesso, quando c’è di mezzo un incidente mortale sul lavoro, trova davvero troppi ostacoli prima di ottenere le giuste risposte.
Responsabilità che interrogano tutti, sindacati, imprese e appunto istituzioni, alle volte imbrigliati dentro norme farraginose e che certamente ancora risentono dell’assenza di una legge nazionale sulle grandi emergenze.
Non possiamo e non intendiamo aspettare, ognuno deve fare la sua parte con grande determinazione. A sei anni dal terremoto il lavoro di ricostruzione almeno per quanto riguarda il tessuto produttivo nei nostri Comuni è praticamente terminato e la Cgil, attraverso i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, intende rafforzare il presidio della sicurezza nel territorio.
Per questo motivo abbiamo deciso di promuovere un’iniziativa straordinaria di formazione e sensibilizzazione dei nostri delegati, in particolare sui temi del rischio sismico e ora anche ambientale.
Infatti, la sicurezza è un valore che va ben oltre il luogo di lavoro e deve integrarsi con la prevenzione, per proteggerci dalle calamità naturali che abbiamo conosciuto e spesso ci hanno colto impreparati.
Il nostro compito non si esaurisce di certo con l’impegno formativo perché crediamo che la sicurezza/prevenzione vadano contrattate costantemente con le Istituzioni e naturalmente all’interno delle aziende, specialmente ora, cioè quando la precarietà costringe a subire il ricatto del posto di lavoro.
E’ necessario creare più lavoro in ambito locale come in quello nazionale perché ad esempio, il 32% di disoccupazione giovanile che anche in provincia si manifesta in tutta la sua gravità, costituisce un macigno insopportabile che non permette di riprendere la via dello sviluppo.
Più opportunità di lavoro sono indispensabili per favorire la rinascita dei territori, ma diciamo forte e chiaro che deve essere lavoro dignitoso e sicuro.
Un messaggio che la Cgil ha affermato ancora una volta dal palco della manifestazione dello sciopero generale del 10 maggio scorso: il lavoro deve essere vita!
Infine vogliamo ribadire l’espressione di vicinanza a tutti i familiari delle vittime, ma sopratutto garantire il nostro impegno concreto per l’affermazione del sacrosanto diritto alla salute e sicurezza di lavoratori e cittadini”.
(Cgil Modena – Cgil Area Nord)