Il campo di un incidente mortale come la scena di un crimine, all’interno del quale esistono prove fisiche, tracce biologiche e informatiche di vitale importanza, che vanno preservate nel migliore dei modi per raggiungere il pieno accertamento dei fatti.
Una questione centrale per chi indaga, sviscerata nella mattinata di oggi, nel corso del convegno organizzato dalla Polizia municipale di Reggio Emilia e dall’Accademia italiana di scienze forensi (Aisf), al teatro Cavallerizza. L’approccio multidisciplinare all’incidente stradale è stato messo in luce dagli interventi di professionisti nel settore della Criminologia, quali il generale dei Carabinieri Luciano Garofano già comandante del Ris di Parma e la psicologa Cinzia Gimelli che ha illustrato le tecniche di intervista cognitive da utilizzare con i testimoni.
Di carattere più specificamente tecnico invece gli interventi di Franco Morizio, responsabile della Sezione polizia locale dall’Aisf, Paolo Girotti, commissario superiore della Polizia municipale Tresinaro-Secchia e di Davide Golfieri commissario capo della Polizia municipale Unione terre d’argine.
A salutare una nutrita platea di agenti di Polizia municipale provenienti da tutta la regione, il comandante di Reggio Emilia Stefano Poma, che ha sottolineato l’importanza dell’evento formativo, soprattutto in relazione alla recente legge sull’omicidio stradale.
Le vittime della strada al centro dell’intervento del prefetto di Reggio Emilia Maria Forte, che ha spiegato come il trend degli ultimi anni, che vede un incremento degli incidenti stradali con esiti mortali, richieda un maggior coordinamento fra forze di polizia sulla prevenzione. Il prefetto ha ringraziato inoltre il comandante Poma e la Municipale reggiana, “da sempre un punto fermo per la sicurezza stradale”.
Le azioni di prevenzione e di sicurezza sono state al centro del saluto del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che ha messo in evidenza la complessità del problema: “Gli incidenti stradali – ha sottolineato il sindaco – interrogano più settori del governo della città, non solo la mobilità. L’educazione stradale, con il lavoro che la Polizia municipale porta all’interno delle scuole punta infatti ad una responsabilizzazione dei futuri utenti della strada”.
Alberto Sola, del servizio Politiche per la sicurezza della Regione Emilia-Romagna, ha invece spiegato l’evoluzione della figura dell’agente di Polizia municipale che negli ultimi vent’anni si è fortemente professionalizzata: nei capoluoghi di provincia oltre il 70% degli incidenti stradali con esito mortale sono rilevati da agenti della Municipale. Nel solo arco di tempo dello scorso anno, gli agenti su tutto il territorio della regione hanno rilevato incidenti con 200 vittime e 12.500 feriti.