Il lavoro riparte dai… piccoli. La ripresa del mercato del lavoro vede, infatti, le piccole imprese protagoniste, con un tasso di creazione posti lavoro del 3,8%, doppio rispetto al 2% delle medio-grandi. In tale contesto si registra un aumento delle assunzioni che risultano difficili da reperire. Anche l’indicatore del tasso di posti vacanti pubblicato dall’Istat – rapporto percentuale fra le ricerche di personale che a fine trimestre sono già iniziate e non ancora concluse e le posizioni lavorative occupate – evidenzia una maggiore difficoltà di ricoprire le posizioni in azienda, collocandosi ai massimi dal 2010.
A rilevarlo é una ricerca di Confartigianato Lapam a livello nazionale da cui si evidenziano anche le figure più richieste e meno facili da reperire per le piccole imprese, ma presenta anche un dato molto interessante: a Modena nel 2017 il tasso di occupazione, ovvero le persone tra i 15 e i 64 anni che lavorano, è in crescita al 69,1% rispetto al 68,8% del 2016 e sta tornando verso i massimi raggiunti nel 2007 (quando lavorava il 70,8% della popolazione tra i 16 e i 64 anni, il record delle serie storiche). In pratica dopo il tonfo degli anni peggiori della crisi (nel 2014 questo tasso era al 65,1%). Modena si attesta all’ottavo posto in Italia, in vetta alla graduatoria Bolzano e Bologna, uniche due realtà sopra il 70%.
A Reggio Emilia nel 2017 il tasso di occupazione, è in crescita al 68,4% rispetto al 68,2% del 2016 e sta tornando verso i massimi raggiunti nel 2008 (quando lavorava il 71,9% della popolazione tra i 15 e i 64 anni). Dopo il tonfo degli anni peggiori della crisi (nel 2014 questo tasso era al 65,8%) anche qui l’occupazione è in risalita. Reggio Emilia si attesta all’undicesimo posto della graduatoria in Italia.
L’analisi della domanda di lavoro focalizzata sulle 128 figure professionali più richieste dalle imprese artigiane – pari a poco meno di un terzo (31,9%) delle professioni – evidenzia che per 19 professioni si rileva una difficoltà di reperimento più che doppia rispetto alla media del 21,5% rilevata per il totale imprese; per 13 di queste più di una assunzione su due è difficile da reperire. Le tipologie professionali su cui si concentra la mancata corrispondenza (il cosiddetto mismatch) tra domanda ed offerta sono influenzate dalla crescita degli investimenti sostenuti dal piano ‘Impresa 4.0’ finalizzato a consolidare la crescita degli investimenti in innovazione e ad elevato contenuto digitale: nel 2017, infatti, il volume degli investimenti fissi lordi diversi dalle costruzioni cresce del +6,1% a fronte di un aumento dell’1,5% del Pil.
Nel dettaglio la ricerca Confartigianato Lapam evidenzia come le figure con la maggiore difficoltà di reperimento siano i tecnici programmatori (difficoltà di reperimento del 57%), tecnici esperti in applicazioni (55,6%), analisti e progettisti di software (55,5%), tecnici meccanici (55,3%), elettrotecnici (54,9%), ponteggiatori (53,7%), altre professioni tecniche della salute (52,3%), tecnici della produzione e preparazione alimentare (51,9%), attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (51,4%), sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai (51,1%), ingegneri energetici e meccanici (50,8%), tecnici elettronici (50,6%), e operai addetti a macchinari per la filatura e la bobinatura (50,2%).